Belly Card: Gamification e Loyalty per piccoli/medi retail

Un paio di settimane fa sul popolare sito tecnologico americano TechCrunch è apparso un guest post a firma Tim Chang. Probabilmente sconosciuto al grande pubblico italiano, questo signore è probabilmente l’ investitore in ambito gaming e gamification più influente al mondo avendo finanziato decine e decine di start up sia nell’attuale veste di managing director a Mayfield Fund sia nella passata esperienza a Norwestest Venture Partner. Lo seguo da anni nelle sue apparizioni pubbliche ed è una delle poche figure che ritengo in grado di anticipare gli eventi.

Nell’articolo si è soffermato ad analizzare alcuni trends futuri per il mercato della Gamification, spunti che non posso non quotare. Per la prima volta riconosce il ruolo fondamentale che giocheranno i “Gamification Designer”, termine che utilizzo largamente da oltre un anno per indicare una nuova figura professionale che dovrà prendersi in carico la progettazione di una strategia gamificata. Questo soggetto non potrà improvvisarsi, le sue radici vanno rintracciate nell’industria dei videogiochi e precisamente nel segmento dei giochi “data driven”. Questi titoli online/social/mobile sono gli unici progettati per seguire tutto il ciclo vitale di un giocatore. Tim Chang sintetizza così:

1) new user onboarding (gamification is an excellent way to implement interactive tutorials); 2) user engagement; 3) conversion of free users to paid (or opt-in data sharing); 4) retention of power users. Remember that different mechanics are best suited for certain personality types and phases.

A questa indicazione mi permetto di aggiungere la necessità di una forte contaminazione con altre discipline come economia comportamentale, psicologia e marketing. Questa multicanalità lascia intendere la difficoltà nella formazione dei soggetti che, suppongo, non vedremo pienamente in atto prima del 2013.

La gamification sta allargando sempre più il suo campo di azione, soprattutto in campi come l’educazione, ecommerce, retail, servizi finanziari e medicina. Il potenziale è altissimo ed il mercato continua ad investire su questa disciplina come testimonia l’ultimo round di finanziamento ottenuto dalla piattaforma Badgeville che in tre anni ha totalizzato 40 milioni di dollari!!

Per non lasciare troppo sul teorico il post, è bene introdurre una case history di loyalty gamificata che si connota per l’esser rivolta a punti vendita medio/piccoli. Spesso si corre il rischio di associare gamification a grandi brand, cosa normale in una primissima fase di vita, ma i reali vantaggi arrivano soprattutto per realtà a basso budget che saranno sempre più in grado di fidelizzare, ingaggiare e far divertire i propri utenti e/o lavoratori con tecniche non dispendiose.

Belly Card vuole entrare nel poco presidiato mercato dei programmi di fidelizzazione per piccoli esercizi. Noi tutti abbiamo contezza di grandi catene dotate di tessere punti, ma il negozio alimentare dietro l’angolo piuttosto che il nostro pub o barbiere non hanno mai utilizzato strumenti di questo tipo. La piattaforma di loyalty gamificata digitale offre a questi proprietari la possibilità di dar vita a forme di interazione con la propria clientela in maniera semplice e veloce.

Dopo essersi registrati sul sito ufficiale è possibile individuare i punti vendita che aderiscono all’iniziativa (circa 700, principalmente a Chicago). Con un unico sistema di tracciamento si può teoricamente partecipare a centinaia di programmi che si possono monitorare dal website o da una apposita area dell’app ufficiale disponibile per iPhone e Android. I proprietari di smartphone entrano nel locale e passano un codice a barre digitale sull’iPad POS posizionato vicino la cassa. Stesso discorso, ma in chiave fisica, per i possessori di una carta fedeltà Belly. Ad ogni azione vengono assegnati istantaneamente dei punti utili per raggiungere dei premi di varia natura.

Le soglie di punti ed i premi vengono decisi direttamente dal negoziante, l’unico in grado di conoscere realmente cosa i propri clienti vorrebbero. Si và da drink gratuiti a sconti sull’acquisto di frutta piuttosto che reward più di status come panini consegnati con bandierine indicanti il nome personale! L’idea potrebbe essere vincente perchè sopperisce ad una esigenza reale in un ambiente win win, dove il cliente viene incoraggiato ed incentivato a frequentare posti che già ama ed il merchant può aumentare il proprio volume d’affari senza dover creare da solo una infrastruttura loyalty. La start up guadagna chiedendo un fee mensile tra i 50 ed i 100 dollari al punto vendita (nel prezzo sono incluse le tessere, iPad e servizio) dopo i primi 30 giorni di trial gratuito.