Ci sono diversi detti popolari che parlano del sonno e delle sue conseguenze sulla nostra vita: da una parte la cultura italiana che ci ricorda di “non pigliare pesci” se riposiamo, dall’altra quella anglosassone che invita ad andare a coricarsi presto e alzarsi altrettanto di buon’ora, per renderci persone salutari e sagge.
Tralasciando questi punti di vista, una cosa è certa: dormire è importante, il sonno è uno dei momenti principali della giornata per ristabilire le nostre funzioni psicofisiche, frequentemente turbate dai nostri mezzi tecnologici nei momenti vicini alla fase di sonno. Ed è qui che entra in gioco la gamification e la sua possibilità di guidare e migliorare i comportamenti umani.
Se proprio non possiamo fare a meno di tenerlo sul comodino perché vi abbiamo puntato la sveglia, la soluzione per evitare di leggere messaggi e notifiche è proposta da SleepTown, una applicazione aggiornata all’11 giugno 2018 e sviluppata dallo stesso team di Forest, Seekrtech
L’applicazione ci aiuta a sviluppare un programma di sonno sano e normalizzato, impedendoci di usare diverse applicazioni durante il sonno, grazie a un procedimento molto semplice:
- Si comincia impostando il periodo di sonno nella schermata di home della applicazione, la quale riporta diverse icone, oltre a quella circolare della sveglia al centro dello schermo. Impostiamo dunque un periodo di tempo tale per cui riusciremo ad andare a dormire e svegliarci prima dell’orario impostato
- Lasciando attivo il telefono (non necessariamente con la connessione internet inserita) prima di andare a dormire, la app lavora nottetempo, costruendo uno degli edifici disponibili che abbiamo scelto di inserire nella nostra città virtuale
- Se riusciremo a mantenere i tempi stabiliti da noi stessi, vedremo che l’edificio è stato costruito e compare nella app, procedendo con la creazione di quartieri sempre più popolosi e colorati notte dopo notte
Con più di 50 diverse tipologie di edifici tra cui scegliere, SleepTown controlla il nostro sonno e la nostra capacità di restare lontani dallo smartphone durante la notte. Il periodo di tempo impostato è molto importante, poiché controlla effettivamente quanto dormiamo: per i più attivi non sarà possibile utilizzare il telefono per meno di quattro ore, ma attenzione anche ai più pigri: dormendo più di dieci ore, non vedremo realizzato il nostro edificio e non faremo progressi.
Come nell’altra app dedicata alla realizzazione di una foresta, anche qui si ottengono monete in-app utili per sbloccare nuovi edifici e costruzioni, mentre la versione premium ci consente di visualizzare i diversi badge e achievements ottenuti durante il gioco. Infatti la versione basica è davvero priva di contenuti particolari: potremo semplicemente visualizzare i progressi nel grafico in alto a sinistra, tenere sott’occhio la mappa della città che stiamo creando e del denaro generato dalla nostra città, come se fossimo dei veri amministratori di questo mondo che stiamo sviluppando, oltre al numero di edifici realizzati.
Immancabile la possibilità di condividere immagini e progressi sui social, ma le opzioni davvero gustose sono disponibili sbloccando la versione premium. A soli 2,09€ potremo ottenere ticket qualora avessimo usato la app per sette giorni consecutivi almeno, o in seguito alla partecipazione a eventi speciali,
Ricordiamo che proprio la non indispensabilità di mantenere attiva la connessione internet per il funzionamento della app ci consente di evitare in primis la ricezione di notifiche durante il sonno, evitando già in questo modo di essere disturbati e creando una sorta di “blocco mentale” che cerca di allontanarci dal mettere le mani sul dispositivo.
Purtroppo questa app non dispone di altri particolari badge o premi, oltre a quelli già elencati: sicuramente la qualità delle logiche di gamification è più bassa rispetto a quella di Forest, ma resta un principio di fondo molto importante: l’attenzione alla salute degli utenti e la volontà di tagliare drasticamente l’uso improprio e smodato del telefono, anche quando ci si dovrebbe dedicare ad attività più…”edificanti”.
Articolo a cura di Francesca Sirtori