Da alcuni anni applicazioni come Shazam hanno migliorato l’esperienza di discovery e sharing musicale. La possibilità di conoscere il titolo di una canzone semplicemente facendola ascoltare all’app è diventata una feature base per numerosi servizi, ad esempio Soundhound. Su questo si è innescata una socialità dell’ascolto esaltata dalla regine di mercato Spotify.
Eppure c’è ancora spazio per migliorare l’esperienza globale, ed un tentativo in tal senso arriva da #nwplyng disponibile gratuitamente su iOS e Android. Rispetto alla pletora di competitors, il creatore Ustav Agarwal si distingue per l’utilizzo di un layer di gamification.
L’app si appoggia esternamente per tutte le sue funzioni base: iTunes per il database musicale, Youtube per ascoltare/vedere il brano, Gracenot per il il fingerprinting, Facebook,/Twitter e Foursquare per per la parte social ed è in lancio la compatibilità con Spotify.
Nel corso di una recente intervista, è emerso chiaramente come la gamification sia per lui uno strato aggiuntivo che non può e deve sostituirsi all’idea fondamentale. Mi è capitato più volte nella mia veste di advisor che aziende stiano fraintendendo il beneficio che teorie e tecniche gaming possano apportare al loro business. Alla base deve esserci un progetto valido e sostenibile che la gamification può amplificare per migliorare alcune KPI (permanenza nel sistema, viralità, componente fun etc) ma non potrà mai sostituirsi ad esso. Rendere ramificato un sistema che al suo cuore è scarsamente usabile e senza appealing aiuterà solo nell’immediatezza ma è destinato a fallire insieme a tutto il progetto.
Nel caso specifico di #nwplyng è innegabile una gamification alla Foursquare con differenti badges, chiamati Records, e la funzione di “manager” assegnata all’utente che ha condiviso il maggior numero di brani di un determinato artista. Vi ricorda il Mayor delle location in Foursquare no?
“Il Music-sharing è principalmente guidato da motivazioni intrinseche, ma l’elemento di sorpresa rappresentato dallo sblocco di un “record” o la componente competitiva dietro il “manager” aggiungono extra engagement all’esperienza. A due mesi dal lancio, i feedback ricevuti dagli utenti sulla componente fun sono incoraggianti e continuano a richiederci nuovi badges”.
I badge a volte restituiscono solo una emozione suscitata da testo ed immagini, altre elargiscono dei premi fisici. E’ il caso degli “Artists Record”, badge che si può sbloccare condividendo 10-12 canzoni di determinati artisti. Queste canzoni sono spesso scelte dai fans di quel gruppo/cantante e di conseguenza sono spesso le meno commerciali e conosciute rendendo la scoperta emozionante e sorprendente.
Altri badges sono legati alle abitudini di utilizzo dell’app tendendo a premiare psicologicamente coloro che frequentemente condividono brani. I badges sono customizzati tra Android ed iOS, ad esempio dopo 5 shares i possessori iphone sbloccano iMusic mentre gli androidiani il DroidHead. Al momento sono decine quelli presenti e periodicamente ne vengono rilasciati di nuovi per accontentare anche gli utenti regolari.
Inoltre l’esperienza del sistema è stata frammentata in Livelli che segnano la progressione dell’appassionato di musica nel tempo. Si parte da Rookie per arrivare a Street Performer passando per Air Guitarist e l’avanzamento utilizza come coefficienti il numero dei brani condivisi e dei followers. Evidentemente per lo sviluppatore questi sono due dati quantitativa, e qualitativi, dell’esperienza da enfatizzare.