Noi essere umani siamo attratti dalle storie in quanto creature sociali interconnesse l’una all’altra, sin dalla nascita della specie umana ci raccontiamo e tramandiamo storie. Racconti che si perdono nella notte dei tempi come la Bibbia, l’Odissea, le favole dei Fratelli Grimm ancora oggi mantengono un potere di coinvolgimento fortissimo. Pur essendo uno degli strumenti di engagement più potenti, e meno costosi, a disposizione, la narrativa è ancora oggi largamente inesplorata ed inattuata nei vari ambiti della vita quotidiana. Sono poche le aziende che continuano ad investire ed a lavorare in questo senso, preferendo spesso l’aspetto tecnologico a quello umano.
Una importante evoluzione, che ho avuto la fortuna di vivere in prima persona, è arrivata negli anni 80 dalla nascente industria dei video-giochi che con Mario Bros ha dato il via all’inserzione di una trama nell’esperienza di gioco. Da allora i giocatori hanno iniziato ad impersonarsi nei loro eroi virtuali, a trovare gratificazione nella componente narrativa come elemento motivante delle loro gesta. Ogni azione assume un significato più ampio grazie all’empatia che ci lega all’eroe e al suo viaggio epico contro creature cattive che ostacolano l’avvento della pace, prosperità o dell’amore tra i protagonisti.
Tra le tante declinazioni possibili di questa potentissima arma che premia il nostro cervello, una delle più interessanti è l’utilizzo in ambito ospedaliero pediatrico. Sappiamo tutti quanto sia importante non far perdere il sorriso e la speranza ai bambini lungo-degenti, e fino ad oggi poco o nulla fanno gli ospedali per far dimenticare loro il contesto in cui si trovano. Elementi di storytelling e gamification dovrebbero giocare un ruolo fondamentale nel design ospedaliero, e qui riporto alcuni degli esempi che mi hanno maggiormente colpito.
Presbyterian Morgan Stanley di New York
La sala tac è stata trasformata in un vascello dei pirati. L’impatto visivo è incredibile e sta aiutando i bambini ed i loro genitori a diminuire lo stress e l’ansia per i risultati del macchinario MRI che diagnostica la presenza di tumori ed altre gravi malattie. L’imboccatura del macchinario assume la forma di un oblò e l’intera stanza immerge il pazienza in un racconto che migliora l’esperienza ospedaliera. Non è un caso che il Morgan Stanley di New York sia costantemente in cima alle classifiche dei migliori ospedali americani.
Children’s Hospital of Pittsburgh of UPMC
Altro ospedale americano che ha trasformato i suoi vari reparti, per bambini ed adulti, in veri e propri parchi tematici sotto il brand “Adventure Series” E così l’area di medicina nucleare diventa una Giungla, pronto sooccorso diventa Coral City e così via. Ogni sala ha i suoi animali protagonisti come Tilly la tigre e Haley l’ippopotamo, a loro il compito di generare ossitocina nel paziente favorendone quindi le dinamiche di cooperazione e anti-stress. Lo staff medico è parte integrante dell’esperienza proprio come accade in Disneyland, a seconda dei reparti loro indossano cappelli o altri ornamenti che li rendono parte integrante dell’esperienza. I dati stanno dando ragione all’ospedale, il tasso di pazienti che entra nei macchinari senza sedativo è aumentato notevolmente. Nell’anno fiscale 2009 su 28497 pazienti in radiologia il 19.6% è stato sedato. Nell’anno fiscale 2011 su 47309 pazienti solo il 14% è stato sedato tanto da estendere l’esperimento in altri reparti come la camera ad ultra suoni e alla fluoroscopia. A fronte di un costo tra i 35.000 ed i 45.000 dollari per stanza per la brandizzazione, l’azienda ospedaliera ha risparmiato notevolmente per i farmaci sedativi e nella velocizzazione delle procedure.
A.C. Camargo Cancer Center di São Paulo
Un bellissimo utilizzo di storytelling e gamification per i malati tumorali arriva dal brasile. I pazienti diventano a tutti gli effetti supereroi famosi e la chemioterapia una sorta di pozione magica che li aiuterà a diventae più forti ed invincibili. Non solo le stanze sono ridisegnate per dare consistenza alla storia, ma ai piccoli degenti vengono dati dei fumetti appositamente disegnati (grazie alla collaboazione con Warner Bros) per mostrare loro che anche Batman o Superman sono incappati nella stessa esperienza e ne sono usciti vittoriosi grazie ai trattamenti somministrati loro dai medici. L’obiettivo è vincere lo sconforto e la sfiducia verso cure enormemente invasive.
A volte basta veramente poco per migliorare la vita dei pazienti ospedalieri aiutandoli a distogliere la mente dalla realtà fisica che stanno sopportando. In Italia i tentativi per migliorare l’esperienza dei piccoli malati sono ancora rari, tra i migliori segnalo il reparto pediatrico del Bambin Gesù di Roma che utilizza il tema degli astronauti per alleviare la paura, stress e sofferenza. Vi lascio col video di presentazione del progetto, con la speranza di poter lavorare presto sulla progettazione di esperienze coinvolgenti per i malati.
Soluzioni simili possono radicalmente modificare – e con poco – l’esperienza del bambino malato. In Italia, vicino Roma, so che esiste questo: http://www.ospedalebambinogesu.it/pazienti-astronauti-con-la-nuova-astrotac
Una TAC regalata all’ospedale pediatrico Bambin Gesù da Enel Cuore e altri. Non proprio all’altezza degli esempi qui, ma sicuramente già qualcosa!