Case study

Videogiochi e donazioni, il caso Ofree

Quanto spesso ci sentiamo dire che giocare, e nello specifico “videogiocare”, equivale secondo molti a una perdita di tempo? Tante, forse troppe volte, ma vi proponiamo la risposta definitiva per dimostrare il contrario. La soluzione arriva da Ofree, una piattaforma di gamification che coniuga gaming e terzo settore.

Attualmente ancora in fase beta e disponibile solo in versione desktop, ma accessibile da qualsiasi dispositivo (vi consigliamo quelli mobile, poiché l’accesso e l’esperienza da pc non sono molto user-friendly, soprattutto nello scorrimento di testi e immagini).

Il funzionamento è davvero semplice quanto utilissimo e soprattutto benefico:

  • Delle aziende creano una sorta di advergame, disponibile e giocabile sul sito per tutti gli utenti
  • L’azienda paga la piattaforma per questa messa a disposizione e il denaro viene convertito in monete virtuali, così che una volta scelto il gioco che ci piace di più e averlo provato, riceviamo un corrispondente in monete virtuali
  • Veniamo pagati per giocare? Esattamente, o meglio, riceviamo una ricompensa virtuale che si trasforma in un atto di beneficenza reale. Queste monete vengono utilizzate dall’utente scegliendo a chi donarle tra i vari enti umanitari a cui Ofree devolve il ricavato, nello specifico a progetti promossi da parte di una o più di queste

Ofree gamification donazione

È davvero un gioco aiutare i più bisognosi, soprattutto quando non dobbiamo fare davvero nulla se non dedicarci a passatempi rilassanti e coinvolgenti. L’unione di gaming e attività umanitarie non può che essere vincente e funzionale, su una piattaforma che però si mostra ancora con qualche lacuna, almeno da un punto di vista tecnico. Come anticipato, la gestione da pc non è ancora ottimale, soprattutto non sempre si comprende quali icone sono utilizzabili, poiché il cursore non si modifica se vi scorriamo sopra.

Inoltre, al momento, i titoli disponibili non sono numerosi; non aspettiamoci una varietà molto ampia di titoli, ma vi sono quantomeno differenze tra i generi proposti. Da giochi memory a simil Fruit Ninja e Temple Run, dando spazio anche a progetti di advergaming italiani. Ognuno di questi presenta una classifica nella quale possiamo decidere se pubblicare anche i nostri risultati, con nome o soprannome. Un’attenzione quindi anche alla privacy, poiché non è obbligatorio accedere con account social o crearne uno apposito.

ofree app italia videogiochi donazione

Una curiosità grafica riguarda l’aspetto della schermata accedendovi da pc: noterete infatti una barra con alcune icone a fondo schermo, come se vi stessimo accedendo da un dispositivo mobile. Nessun problema da un punto di vista dell’uso della piattaforma, ma sicuramente il primo impatto è abbastanza straniante. Inoltre è da sottolineare come alcuni giochi siano assolutamente da giocare su dispositivo mobile, date le modalità di azione: per scorrere e tagliare frutta, piuttosto che fare “tap” sullo schermo per mantenere all’altezza desiderata il camion in FlappyFarm, uno dei quattro giochi al momento disponibili.

Ultima, ma non meno importante, la donazione: è davvero molto semplice donare i gettoni acquisiti, cliccando sull’associazione che desideriamo sostenere. Attenzione però: quale che sia la quantità raggranellata di gettoni, andranno tutti indistintamente alla causa selezionata, senza poter dividerli in diverse parti a seconda di come volessimo ripartirli.

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Si tratta quindi di una piattaforma ancora in fase beta, ma indiscutibile è la buona volontà e la positività dell’idea alle spalle di questo progetto. Siamo molto curiosi di scoprire come procederà l’evoluzione di questa piattaforma, che ha davvero tante potenzialità e possibilità di far conoscere al pubblico anche le diverse associazioni umanitarie, stringendo rapporti anche con enti non sempre noti ai più.

Articolo a cura di Francesca Sirtori

Gamification per il trattamento del cancro

SickKids è un ospedale rivolto ai bambini malati di cancro, sito a Toronto, in Canada. Nel 2013, per aiutare i bambini nel loro percorso di guarigione, ha deciso di adottare Pain Squad, un’app realizzata per iOS con un budget di 500 mila dollari, in collaborazione con Cundari, un’azienda indipendente canadese.
L’obiettivo di Pain Squad è molto semplice quanto nobile: avere dati specifici sui bambini, in modo che i medici capiscano come stia procedendo la terapia di cura e migliorarla di conseguenza.
Come? Adottando principi di Gamification che spingano i piccoli utenti a dichiarare il loro stato di salute in maniera spontanea.
pain squad concro gamification

Il concept è molto semplice: il bambino si ritrova all’interno della Pain Squad, una squadra di polizia dedita alla lotta contro il dolore. Il compito del giocatore/paziente è quello di compilare, attraverso semplici comandi touch su schermo, un report specifico composto da domande dirette e disegni, come punti dolenti del corpo o quale medicina sia più efficiente per il corpo.
Fatto per tre giorni di fila, il giocatore/paziente sale di grado: da recluta, passa a detective junior, sino ad arrivare alla sesta e ultima qualifica, quella da capo della polizia.
La base di gioco è il Quartier Generale, dove è possibile consultare i report passati  – dunque i successi ottenuti – e gli elementi che mancano per raggiungere il livello successivo – quindi gli obiettivi da raggiungere -.

pain squad videogioco cancro

Per quanto appaia semplice nella sua struttura, Pain Squad si è rivelato un ottimo strumento di ricerca per i medici, e un’efficiente valvola di sfogo per i bambini.
Nel primo caso, l’app ha dimostrato come il 90% dei giocatori ha completato tutti gli obiettivi, contro il 76% di bambini affetti da artrite, sottoposti a questionari e note tradizionali. In Canada usualmente si ricorre a studi improntati su diari giornalieri compilati dagli stessi pazienti, i quali vengono motivati a scrivere attraverso un pagamento in denaro.
Questo metodo non sembra adatto ai bambini, spesso restii a parlare in maniera limpida delle loro sofferenze. Pain Squad fa affidamento su una struttura basata sulla progressione, affinché i piccoli giocatori si sentano gratificati nel compilare i report giornalieri e dunque a salire di grado. Questo si traduce per i medici in dati specifichi che possono essere utilizzati per migliorare il percorso di guarigione dei giovani pazienti.

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Per rendere il tutto più coinvolgente, lo sviluppo dell’app ha visto la collaborazione del cast di Flashpoint e Rookie Blue, due serie tv poliziesche molto popolari in Canada.
I diversi personaggi appaiono con intramezzi video, rivolgendosi in prima persona ai bambini, dando loro incoraggiamenti ed evidenziando il loro attuale grado nella squadra.

Tutti questi piccoli dettagli  rendono Pain Squad un’arma importante per i piccoli pazienti

Membro Flashpoint

Come sottolineato da uno degli sviluppatori di Cundari, l’app consente ai bambini di riprendere il controllo diretto delle loro vite: spesso, una volta diagnosticata la malattia, si ritrovano a vivere una vita soggetta a vincoli, legati ad appuntamenti dal medico, terapie, visite, e quant’altro. Pain Squad consente loro di avere una parte attiva nel loro stesso processo di guarigione.
L’app infatti non deve essere intesa come un prodotto che sfrutta il divertimento per coinvolgere i suoi piccoli utenti, ma usa la motivazione generata da classiche meccaniche ludiche come il conseguimento degli obiettivi e il salire di livello per far prendere coscienza al bambino del proprio stato, e per avviare una sua partecipazione diretta durante la terapia, non più vista come un’imposizione dall’alto.
Questo aspetto, molto affascinante e importante, è stato notato da una madre di una delle pazienti, Olivia. Durante un video di presentazione dell’app, la donna afferma che la figlia riesce ad andare oltre al dolore per il raggiungimento della propria guarigione.

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La sperimentazione di SickKids dimostra come la Gamification possa portare a dei risultati straordinari anche in campo medico.
L’uso di meccaniche ludiche, sapientemente mischiate a un design semplice ma reso familiare grazie al ricorso a volti noti dello spettacolo e a un mondo – quello poliziesco – che trasporta immediatamente in un’ottica di lotta per il bene, rende Pain Squad un case-study particolare, in grado di dimostrare le enormi potenzialità della Gamification. Queste ormai non sono più racchiuse esclusivamente nell’ambito dell’innovazione, ma sono rivolte al cambiamento in positivo della vita quotidiana delle persone.

Articolo a cura di Lorena Rao

 

L’app per le emergenze dei bambini

Al giorno d’oggi, i bambini sono sempre più vicini alla tecnologia e sanno usare molto bene i dispositivi mobile. Lungi dal guardare il binomio infanzia-internet come un’associazione pericolosa e che non dovrebbe avere motivo di esistere, dall’America arriva la app Monster Guard, pensata proprio per i piccoli utenti e per dare loro una lezione molto importante: insegnare a difendersi dalle emergenze.

Così American Red Cross e Disney hanno elaborato questa app gratuita per iOS e Android, che presenta regole molto semplici:

  • Pensata per utenti in età scolastica elementare, tra i 7 e 11 anni, I piccolo seguiranno Chad, Olivia, Greta, Tolly e Hugo che insegnano ciascuno i fondamenti per prepararsi a un’emergenza specifica.
  • Dopo aver appreso le linee guida basilari, possiamo fare pratica con il nostro avatar e passare da un livello all’altro attraverso un percorso sempre più divertente e coinvolgente.
  • Alla fine del gioco, è possibile condividere con gli amici i propri successi e progressi, mostrando quanto è stato appreso.

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Le situazioni riguardano sia emergenze in ambienti domestici, sia in altri posti, ma trattando l’argomento sempre in modo divertente e senza spaventare gli utenti. Non sono coinvolti solo i più piccoli, ma anche genitori e insegnanti: infatti anche dalla versione desktop è possibile scaricare dei moduli dedicati in modo specifico a determinate classi scolastiche, per insegnare in modo diverso, ma sempre efficace, come affrontare un pericolo. In particolare si tratta di emergenze localizzate negli Stati Uniti, ma si tratta di un esempio davvero utile per comprendere come la tecnologia e la gamification si possano avvicinare in modo positivo, educativo e utile anche ai più giovani.

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Infatti questa app permette di localizzare e mostrare dove è più probabile che avvengano tornado, uragani, incendi e terremoti, così da conoscere quali siano i pericoli più frequenti nella propria zona, o dove ci si potrebbe spostare. Imparare giocando: una delle migliori tecniche adatte a tutte le età, ma trattandosi di bambini diventano ancora più importanti ed efficaci per affrontare un tema delicato.

In Monster Guard si ha accesso a 14 sessioni di allenamento, nel tentativo di battere sempre di più i nostri record e quindi ottenere dei badge ogni volta che lo faremo. Ne acquisiremo nel momento in cui avremo mostrato di aver appreso le nozioni fondamentali, preparandoci al peggio e raccogliendo scorte e il necessario per pensare alla sopravvivenza della famiglia.

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Non mancano quindi momenti divertenti, uniti però a informazioni importanti, trasmettendo messaggi utili in modo leggero e facile da apprendere per i più piccoli. È importante l’aspetto di design degli elementi di questa app, dove ogni momento di pericoli viene rappresentato in modo più divertente e colorato, eludendo ogni aspetto davvero pauroso. Ad esempio, in caso di terremoto, le immagini che mostrano la polvere e i calcinacci cadenti in una stanza diventano coriandoli colorati, evitando l’effetto pauroso che potrebbe suscitare nel bambino.

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Dunque questo caso di app mostra come sia possibile presentare in modo divertente e con molteplici attività la preparazione al pericolo, un argomento molto delicato in regioni del mondo particolarmente colpite come gli Stati Uniti d’America, ma non per questo meno importanti altrove. Sia con modalità online, che con schede di accompagnamento offline, sin dall’infanzia ci si può preparare al peggio, ma senza necessariamente vedere in modo diretto delle scene o elementi “traumatici” per loro.

 

Articolo a cura di Francesca Sirtori

Gamification dei lavori domestici

In casa, quando si vive con più persone, spesso diventa una vera e propria lotta dover decidere chi si deve dedicare a uno dei doveri più pesanti e per nulla divertenti: le faccende domestiche. Una soluzione c’è, basta guardare questa attività con altri occhi e un’altra impostazione mentale: trasformare la fatica in un gioco. Proprio con Chore Wars, valido esempio di gamification possiamo tenere traccia di quanto ci stiamo occupando della pulizia di casa, comparando i nostri risultati con quelli delle altre persone iscritte e facenti parte del nostro team.

chore wars gamification

Ecco allora in consiste il funzionamento molto basico della piattaforma online di cui stiamo parlando, attiva dal 2007:

  • Creiamo il nostro profilo per apparire online, dopodiché avremo una visione costante dei punteggi assegnati alle persone con cui conviviamo e vedere quanto velocemente ognuno aumenta di livello (ogni 200 punti XP)
  • I punti esperienza vengono tracciati sia nelle classifiche settimanali, sia come progressi personali del personaggio che abbiamo creato
  • Possiamo entrare a far parte di un team con altre persone, creando una sorta di mini blog con i commenti sul portale, per tenere una sorta di diario di bordo di quanto viene fatto ogni giorno
  • Ogni party in cui entreremo, necessiterà di un personaggio diverso ogni volta, quindi creando un account per ciascuno di questi.
  • Non manca il lato social: possiamo condividere il badge del nostro personaggio su qualsiasi sito desideriamo, oltre che poter mostrare così anche gli eventuali progressi di questo durante il percorso

chore wars pulizie domestiche

Si tratta quindi di un Sistema per misurare quanto ciascuno si sta occupando delle faccende domestiche, analizzando i dati raccolti in seguito con diverse modalità. Ad esempio, la piattaforma può essere usata solo per poche settimane per controllare che ognuno stia dando una mano, oppure sfruttare la modalità competitiva per ingenerare interesse e motivare le persone a dedicarsi a questa attività. Premi settimanali, denaro in-game e punti esperienza sono sicuramente elementi tipici di un (video)gioco traslati nella vita reale e rendendo un lavoro…”sporco” in qualcosa di molto più allettante e sfidante, oltre che chiaramente utile per l’ambiente condiviso da tutti.

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Dunque a ogni level up, il nostro personaggio vedrà aumentate le sue statistiche e riflettono anche le attività a cui si dedica di solito: ad esempio se ci saremo dati al giardinaggio, saremo muscolosi e di forte costituzione. Le statistiche chiaramente variano con le attività portate avanti dal nostro personaggio, qualora dovessimo dedicarci ad altro.

Non finisce qui però: i punti esperienza attribuiti non sono sempre uguali. Nel caso di richieste urgenti, come pagare una bolletta) può capitare di dover accettare un punteggio più basso. Inoltre sarà subito chiaro quante volte un’attività viene svolta e chi se ne occupa più spesso. Tutto questo avviene in un party, proprio come in un videogame: coloro che creano il gruppo avranno il ruolo di Dungeon Master, gli altri utenti invece saranno Apprendisti quando entreranno a farne parte.

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Anche i più giovani e piccoli possono essere membri del gruppo, impostandoli anche come NPC (non -playable characters) per evitare che procedano al login e sarà il Master a tenere traccia online delle loro attività. Sempre il Master sarà il membro che deciderà le nuove task, oltre che promuovere a livelli superiori gli altri membri. Analizziamo ora un ultimo aspetto chiaramente tratto dal mondo gaming: tesori, equipaggiamenti e scontri con mostri. I tesori come pozioni possono essere convertiti in voucher per drink gratis, oppure si possono ottenere oggetti occupandosi del lavaggio delle stoviglie e guadagnare card per evitare di svolgere di nuovo questa task.

I mostri invece non sono necessariamente da combattere, o meglio possiamo scegliere se proseguire il gioco saltando la parte dedicata alla battaglia, oppure affrontandola interamente; in ogni caso otterremo punti XP e oro al termine di questa. Niente paura però, il nostro avatar non morirà: tutt’al più potrà subire ferite e perdere punti durante una battaglia, ma questi verranno recuperati durante il gioco, così come l’eventuale sconfitta contro un mostro non ha effetti permanenti.

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Tutto questo avviene registrandosi gratuitamente, ma anche qui troviamo l’immancabile distinzione tra account Basic e Gold. Il primo tipo prevede alcune restrizioni, come la visibilità di soli sette giorni dello storico di un giocatore, oppure visualizzare solo tre mesi di storico di un party. Dunque con un pagamento di 10€ circa non avremo alcuna restrizione, oltre a non visualizzare le pubblicità sul sito.

In conclusione questa piattaforma tenta positivamente di trasformare un compito tedioso e difficilmente tollerabile in una vera e propria sfida contro gli altri, aiutando potenzialmente i membri di una famiglia o i vari coinquilini a diventare più uniti, come una vera e propria squadra.

Articolo a cura di Francesca Sirtori.

Gamification delle lingue straniere con Tinycards

Avete nostalgia di Memory, il gioco di carte che allena la memoria visiva, ma non avete tempo da dedicarvi? Oppure avete voglia di imparare cose nuove, aneddoti, curiosità e perché no, nuove parole e pronunce corrette di lingue straniere. Insomma, quale che sia la vostra curiosità, potrete soddisfarla con Tinycards, una nuova app nata dalla costola di Duolingo e disponibile per Android e iOS e in versione desktop da ormai un anno.

Il funzionamento è abbastanza semplice, ma le funzioni e soprattutto gli argomenti sono parecchi:

  • Ci si registra aprendo la app, o accedendo con le credenziali già in uso su Duolingo, e si ha accesso alla home
  • Non è possibile modificare la lingua di utilizzo della app, dunque dovremo destreggiarci con l’inglese tra le varie funzioni
  • Accesso a diversi pannelli, tra cui una scelta random di mazzi, i nostri mazzi che abbiamo contrassegnato con un pin (in stile Pinterest), le persone che seguiamo e i trend
  • Non ci sono badge da ottenere, nemmeno superando tutte le prove dei mazzi di carte disponibili, ma potremo fare pratica ogni volta che lo vorremo, cliccando sull’icona di training

La personalizzazione e l’aspetto social non sono a livelli altissimi in questa piattaforma, poiché il ruolo vero e proprio di gioco si fonde parecchio con quello educativo. Questo forte obiettivo formativo si evince dalla volontà di dover riprovare diverse volte a dare le risposte che l’utente sbaglia, affinché si memorizzi il concetto, la parola o l’oggetto che fatica a trattenere in mente. Viene però dato spazio alla creatività, sia dal punto di vista dei metodi possibili di risposta, sia creando propri mazzi di carte.

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Focalizziamoci sul primo punto, le modalità di risposta: dopo aver scelto l’argomento che preferiamo, ci vengono mostrate poche carte per volta, che riportano un nome e la sua spiegazione o traduzione, aumentando sempre di più la difficoltà di questi quiz che vengono sottoposti. Potremo rispondere scegliendo la definizione corretta, l’immagine che abbiamo visto sulla carta o riscrivendo il nome dell’oggetto o la traduzione letta in precedenza.

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Potremo anche condividere i nostri risultati, ed ecco la seconda dimensione molto importante di Tinycards: disponiamo di una bacheca su cui “fissiamo” i nostri mazzi preferiti o seguire profili pubblici di persone che rendono disponibili tantissimi quiz diversi, a seconda dei nostri interessi. Le modalità di condivisione e le possibilità di imbattersi in esempi di user-generated content sono parecchie: oltre a poter creare una nostra bacheca, possiamo anche iniziare raccolte personalizzate a cui aggiungere i vari mazzi, condividerli sui social e inviarli come direct su Instagram, fino alla creazione originale di propri mazzi.

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In questo modo potremo dare vita alla nostra sfida da sottoporre agli altri utenti, personalizzandola al massimo: dalle immagini, alle parole scritte, decidendo anche se inserire la versione audio di quanto compare sulle carte, se bisogna memorizzare entrambi i lati o solo uno, fino alla privacy del mazzo. Inoltre il profilo utente si configura come quello di una vera e propria rete sociale, potendo disporre di follower e “seguaci”.

Le soluzioni di divertimento sono tante e potremo condividere i nostri progressi e quiz con chiunque vorremo, sfidandoci a vicenda su tantissimi argomenti diversi, dalla geografia alle curiosità locali, fino all’anatomia e alla cucina mondiale. Seguendo altri utenti e sfidando sia gli altri, che se stessi, potremo scoprire un modo tutto nuovo, leggero e coinvolgente per imparare tantissime cose diverse, tutto a portata di mano nel nostro device mobile.

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Outdoor Gamification con Strava

Amate tenervi in forma, ma non solo correndo o nuotando? Siete fan delle due ruote a pedali, ma non vi dispiace nemmeno mettervi un paio di pattini ai piedi o arrampicarvi? Attività diverse, una sola app: Strava, il fitness tracker – gamification based – che vi segue passo dopo passo, una pedalata dopo l’altra, cavalcando le onde facendo kitesurf o scendendo dalle migliori piste di sci in inverno.

Strava gamification fitness

Per i veri aficionados dello sport, Strava è un’applicazione ottima e dal design semplice e intuitivo, mettendoci anche in contatto sia con gli amici che sono già iscritti, sia con tutti gli utenti registrati nel mondo.

 

  • Vi si può accedere sia da mobile che in versione desktop, per un’esperienza multipiattaforma, su Android e Ios
  • Prima di cominciare l’attività fisica, basta attivare il GPS e lasciare che la app rilevi la nostra posizione. Fatto questo, possiamo metterci cominciare il nostro allenamento
  • Durante l’attività abbiamo l’opportunità di decidere se tenere lo schermo acceso o disattivato, così come le indicazioni audio che ci annunciano come stanno andando le prestazioni di corsa o altro
  • Una volta terminata l’attività, disponiamo della mappa con il percorso completo e i parametri vitali, tempistiche e lunghezza del percorso.
  • Dalle impostazioni possiamo scegliere il percorso preferito, chiamato segmento, da quando mi alleno impostando un segmento preferito
  • Infine possiamo aggiungere descrizioni e foto scattate durante l’attività, o comunque un ricordo evocativo, scegliere se lasciare che questa attività rimanga privata o pubblica, così come decidere se inserirla o meno nelle classifiche dei segmenti e delle “sfide” con gli altri utenti

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Quest’ultimo aspetto risulta essere parecchio interessante, poiché ci stimola a sfidarci direttamente con gli altri utenti, conosciuti o meno, per migliorare sempre di più le nostre prestazioni, con conseguenze benefiche dirette anche sul nostro fisico. Ma attenzione: non tutti gli atleti sono uguali, dunque le classifiche Premium consentono di filtrare le classifiche dei segmenti in base al peso o all’età.

Immancabili le funzioni premium, davvero molto interessanti. Un esempio? Quando viene etichettata una corsa come gara o allenamento, Premium mostra un’analisi dettagliata dei tempi di giro, delle zone di passo e degli intertempi. Gli atleti Premium possono anche stabilire obiettivi in base alle ore o alla distanza in una settimana, o un obiettivo di tempo sul proprio segmento preferito. Non è finita qui: se siamo fuori casa, Strava pensa anche alla sicurezza con la funzione Beacon, che consente di condividere la posizione in tempo reale con un massimo di tre contatti di sicurezza. In questo modo le persone più vicine a noi sapranno dove siamo e che tutto sta andando per il meglio.

strava motivational design

Ecco allora altri elementi che uniscono la dimensione reale di benessere fisico al vero e proprio engagement che la app crea: l’elenco Strava è ricco di attività ispiratrici, folli avventure e nuovi percorsi interessanti, evitando banner e messaggi fastidiosi in cui possiamo imbatterci su altri social. In particolare, la app promuove tanti contenuti interessanti e vicini a noi, non solo per passioni, ma anche geograficamente parlando: un club podistico nel quartiere, contenuti del brand di biciclette preferito, il sentiero migliore per panorami mozzafiato o trovare un partner di allenamento per il fine settimana.

Ci sentiremo dunque parecchio invogliati a fare del nostro meglio, anche perché possiamo ottenere trofei, vedere come si svolgono le attività degli amici e condividere le proprie prestazioni, assegnare kudos a prestazioni straordinarie e lasciare commenti sulle rispettive attività. Cosa sono i kudos? Semplicemente sono i corrispondenti dei “like” di Facebook, ricevuti da coloro che vi seguono o chi visualizza le nostre attività pubbliche; un’ulteriore prova di quanto questo sistema sia social e basato sulla condivisione.

strava kudos

Il prodotto presenta un interessante utilizzo di Trofei, Badge e Sfide. Differenti comportamenti sportivi all’aria aperta così come diversi gradianti di intensità sono alla base di numerose sfide che l’applicazione lancia ai suoi utenti/giocatori. Ogni qual volta si raggiungono quei parametri, il sistema restituisce nell’area personale un nuovo Trofeo. Rispetto ad altri progetti similari, Strava introduce costantemente nuove missioni anche allineate con gli eventi sportivi mondiali in corso, dal Tour de France alla Maratona di New York dove spesso vengono abbinati anche reward di tipo fisico per i migliori.

Strava trofei e sfide

A way Strava encourages an outdoor, active lifestyle (and why I love this app design) is through Challenges and Trophies. At any given time there are challenges that, if completed, award the user with a trophy that goes into their virtual trophy case. On a given activity if a user accomplishes a personal best or a top time, they can earn badges as well.

https://www.danteaches.com/blog/app-review-strava

Ma la vita “social” continua anche offline: grazie a questa app, si formano dei gruppi, i quali sviluppano dei club per organizzare attività e costruire comunità, basate su amici, squadre, marchi, negozi di attrezzature e altro ancora. Alcuni esempi sono i gruppi dedicati al Giro d’Italia, a brand come New Balance o ad associazioni come San Francisco Running Company.

Lo sport viene promosso in tutte le sue forme e a diverse latitudini, grazie a questa applicazione generata e nata per gli sportivi, a prescindere dalle loro passioni e preferenze.

Articolo a cura di Francesca Sirtori

Gamification del sonno con SleepTown

Ci sono diversi detti popolari che parlano del sonno e delle sue conseguenze sulla nostra vita: da una parte la cultura italiana che ci ricorda di “non pigliare pesci” se riposiamo, dall’altra quella anglosassone che invita ad andare a coricarsi presto e alzarsi altrettanto di buon’ora, per renderci persone salutari e sagge.

Tralasciando questi punti di vista, una cosa è certa: dormire è importante, il sonno è uno dei momenti principali della giornata per ristabilire le nostre funzioni psicofisiche, frequentemente turbate dai nostri mezzi tecnologici nei momenti vicini alla fase di sonno. Ed è qui che entra in gioco la gamification e la sua possibilità di guidare e migliorare i comportamenti umani.

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Se proprio non possiamo fare a meno di tenerlo sul comodino perché vi abbiamo puntato la sveglia, la soluzione per evitare di leggere messaggi e notifiche è proposta da SleepTown, una applicazione aggiornata all’11 giugno 2018 e sviluppata dallo stesso team di Forest, Seekrtech

L’applicazione ci aiuta a sviluppare un programma di sonno sano e normalizzato, impedendoci di usare diverse applicazioni durante il sonno, grazie a un procedimento molto semplice:

  • Si comincia impostando il periodo di sonno nella schermata di home della applicazione, la quale riporta diverse icone, oltre a quella circolare della sveglia al centro dello schermo. Impostiamo dunque un periodo di tempo tale per cui riusciremo ad andare a dormire e svegliarci prima dell’orario impostato
  • Lasciando attivo il telefono (non necessariamente con la connessione internet inserita) prima di andare a dormire, la app lavora nottetempo, costruendo uno degli edifici disponibili che abbiamo scelto di inserire nella nostra città virtuale
  • Se riusciremo a mantenere i tempi stabiliti da noi stessi, vedremo che l’edificio è stato costruito e compare nella app, procedendo con la creazione di quartieri sempre più popolosi e colorati notte dopo notte

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Con più di 50 diverse tipologie di edifici tra cui scegliere, SleepTown controlla il nostro sonno e la nostra capacità di restare lontani dallo smartphone durante la notte. Il periodo di tempo impostato è molto importante, poiché controlla effettivamente quanto dormiamo: per i più attivi non sarà possibile utilizzare il telefono per meno di quattro ore, ma attenzione anche ai più pigri: dormendo più di dieci ore, non vedremo realizzato il nostro edificio e non faremo progressi.

Come nell’altra app dedicata alla realizzazione di una foresta, anche qui si ottengono monete in-app utili per sbloccare nuovi edifici e costruzioni, mentre la versione premium ci consente di visualizzare i diversi badge e achievements ottenuti durante il gioco. Infatti la versione basica è davvero priva di contenuti particolari: potremo semplicemente visualizzare i progressi nel grafico in alto a sinistra, tenere sott’occhio la mappa della città che stiamo creando e del denaro generato dalla nostra città, come se fossimo dei veri amministratori di questo mondo che stiamo sviluppando, oltre al numero di edifici realizzati.

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Immancabile la possibilità di condividere immagini e progressi sui social, ma le opzioni davvero gustose sono disponibili sbloccando la versione premium. A soli 2,09€ potremo ottenere ticket qualora avessimo usato la app per sette giorni consecutivi almeno, o in seguito alla partecipazione a eventi speciali,

Ricordiamo che proprio la non indispensabilità di mantenere attiva la connessione internet per il funzionamento della app ci consente di evitare in primis la ricezione di notifiche durante il sonno, evitando già in questo modo di essere disturbati e creando una sorta di “blocco mentale” che cerca di allontanarci dal mettere le mani sul dispositivo.

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Purtroppo questa app non dispone di altri particolari badge o premi, oltre a quelli già elencati: sicuramente la qualità delle logiche di gamification è più bassa rispetto a quella di Forest, ma resta un principio di fondo molto importante: l’attenzione alla salute degli utenti e la volontà di tagliare drasticamente l’uso improprio e smodato del telefono, anche quando ci si dovrebbe dedicare ad attività più…”edificanti”.

 

Articolo a cura di Francesca Sirtori

La gamification dell’attenzione con Forest

Il mondo contemporaneo contempla purtroppo diverse problematiche, sociali e ambientali. Talvolta sembra che le abitudini e gli stili di vita imposti, più o meno volutamente, ci legano sempre di più all’uso di smartphone e dispositivi mobili, creando una sorta di dipendenza anche dannosa per la nostra concentrazione su attività più importanti, fino a distrarci anche mentre siamo alla guida di un veicolo.

Lavoro, studio, socializzazione e ultimamente salute psico-fisica: tante le sfere intaccate dalla dipendenza da smartphone. Come combatterle? Paradossalmente con una app: Forest è stata elaborata per staccarci letteralmente dai nostri dispositivi, non soltanto apportando benessere, ma anche simulando un’attività molto importante per il nostro pianeta: piantare e far crescere la nostra foresta personale.

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L’utilizzo è molto semplice, ma rigoroso:

  • Si sceglie la specie di albero o cespuglio da piantare
  • Si fa scorrere il cursore per scegliere quanto tempo lasciar trascorrere per piantare il vegetale scelto
  • Una volta lanciata l’esecuzione della app, si attende che l’albero sia cresciuto
  • Riceviamo denaro in-app ogni volta che un albero cresce e la somma varia a seconda di quanto tempo abbiamo fatto trascorrere per la crescita
  • Come spesso succede quanto si piantano foreste o filari di alberi, possiamo attribuire un’etichetta a ogni esemplare. In questo caso, abbiamo la possibilità di indicare su ognuno a quale attività ci siamo dedicati mentre cresceva: lavoro, studio, socializzazione, sport, svago…
  • Con la versione premium possiamo accedere a ulteriori funzionalità: scaricare temi musicali rilassanti, come la pioggia nella foresta, il rumore del mare, il sottofondo di un caffè e altro ancora

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Tutto qui? Esatto, è proprio questa la bellezza di Forest: non dobbiamo fare assolutamente nulla con il nostro smartphone. Basta posarlo sul tavolo o metterlo in borsa, lontano dai nostri occhi e dedicarci alla nostra vita. Se state già pensando a un modo per eludere il controllo della app sulla vostra attività sul dispositivo, vi anticipiamo che non esiste: rileverà ogni azione che compiremo nel primo istante in cui apriremo un’altra app (possiamo eludere il controllo su WhatsApp usando la versione web da browser ad esempio), inviandoci una notifica circa dei problemi riscontrati nella nostra foresta.

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Infatti, se persistiamo nell’uso di altre app, l’albero che è in corso di crescita morirà, perderemo il tempo dedicato alla sua piantagione e dovremo anche rimuovere gli arbusti secchi. Non sarà soddisfacente vedere la nostra foresta piena di relitti e vegetazione secca, ed è proprio questo il messaggio che la app ci vuole trasmettere: smettiamo di dedicarci ad attività dannose per noi e per l’ambiente. Quella che è solo una simulazione sul nostro schermo non è altro che il riflesso della brutale realtà che il nostro ecosistema vive ogni giorno. Sembra quindi un semplice gioco, un passatempo, in realtà non solo ci permette di creare una bellissima foresta colorata, guadagnando (con fatica) sempre più denaro per ottenere specie sempre più rare, ma possiamo anche svolgere tante attività diverse nella vita “offline” mentre creiamo una foresta che ci allontana dai dispositivi.

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Interessanti anche le descrizioni relative a ogni specie e la possibilità di decidere se piantare un albero o cespuglio a seconda del tempo che vogliamo dedicare, offrendo un breve excursus sulle caratteristiche della specie in questione. Con questa iniziativa di gamification infine, gli sviluppatori lanciano anche una proposta molto importante: sostenere l’associazione Trees for the Future, la quale raccoglie fondi per aiutare le popolazioni che vivono in zone desertiche, al fine di aiutarle a revitalizzare il territorio ormai disboscato e arido. Se in apparenza potrebbe sembrare uno dei tanti “giochini” che popolano gli store di Android e IOS, Forest si rivela essere tutt’altro: un progetto che ha l’intento di ridare ossigeno alla nostra vita, e ultimamente anche al nostro pianeta, facendoci riprendere il tempo che spesso gli smartphone ci fanno bruciare inutilmente e sostenendo una causa più che giusta per tutto il sistema in cui viviamo.

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Articolo a cura di Francesca Sirtori

Gamification delle abitudini quotidiane

Le abitudini si sa, non sempre sono salutari, e sappiamo quanto sia difficile cambiarle talvolta. Per migliorare la nostra salute , la produttività lavorativa ed in generale per rendere più corretta e attiva la nostra routine quotidiana, nasce Habitica, un’app di gamification gratuita per iOS e Android grazie alla quale la nostra vita reale si trasforma in un vero e proprio gioco.

Habitica gamification

Questa app favorisce la produttività e la costruzione di abitudini, stimolando gli utenti attraverso un’interfaccia gradevole all’occhio e una funzionalità piuttosto easy-to-learn. Non si tratta solo di stabilire obiettivi legati alla salute e all’attività fisica, ma di tutto quello che riguarda la nostra vita: dai lavori domestici, alla lettura di un buon libro, alla dedizione al tempo libero e agli amici. La dieta comincia sempre “da domani”? Siamo in ritardo con delle consegne di lavoro e non sappiamo più come organizzare la giornata per non perdere nulla di vista? Abbiamo proprio bisogno di un po’ di relax, il fisico ne risente ma magari non ce ne accorgiamo?

È piuttosto risaputo che stabilire degli obiettivi da raggiungere, a patto che siano traguardabili, sia un metodo efficace per stimolarci a compiere diverse attività, soprattutto in vista di una ricompensa o, al contrario, temendo di venire ammoniti. Ecco quindi in cosa consiste questa applicazione: dopo essersi registrati, possiamo seguire un breve tutorial grazie a Justin, la nostra guida mentre muoviamo i primi passi e creiamo l’avatar che ci rappresenta in questa “vita parallela”. In seguito possiamo cambiare, aggiungere o cancellare delle attività, distinte in tre categorie:

  • Daily, per la routine quotidiana, segnando attività anche ripetibili, per esempio ogni 3 giorni;
  • Abitudini, ossia le azioni che vogliamo consolidare, assumendo nuovi comportamenti positivi o perdendone altri poco salutari;
  • To-Do, per la lista di cose da fare raramente o solo una volta, compilando una sorta di memorandum.

habitica app

Una volta stabilite le attività, andremo a spuntare di volta in volta quanto abbiamo fatto, per avere una panoramica di come stiamo procedendo e se ci sono progressi in atto. Tutto questo viene segnalato non solo dalla presenza o meno di cose da fare in lista, ma anche da altri indicatori, come la barra della salute del nostro avatar, che si sentirà più o meno in forma a seconda di come ci stiamo comportando, la barra dell’esperienza, che ci indica quanto stiamo “agendo” e come. I valori di questa barra procedono di pari passo con denaro e punti accumulati, o persi, anch’essi in base allo stile di vita più o meno rigoroso e diligente che stiamo mantenendo.

Habitica punti e livelli e gemme

Quali ricompense otteniamo? Grazie all’accumulo di denari, potremo acquistare nuovi accessori per il nostro avatar, temi di sfondo per la app o anche decidere noi una ricompensa che saremo in grado di acquistare, stabilendone anche il valore e quindi il livello di difficoltà per ottenerla. Di conseguenza, come ogni gioco che si rispetti, vedremo il nostro personaggio evolversi e trasformarsi a ogni livello conseguito.

Infatti questa app miscela molto bene la componente legata alla vita reale con quella virtuale, permettendo al nostro personaggio di partecipare a missioni e scontri con i nostri amici o gli altri utenti che incontriamo. In questo modo, ogni volta che conseguiremo il “level up”, otterremo un punto da attribuire a una delle statistiche stabilite dal sistema (che possono anche essere integrate dall’utente) automaticamente o a nostra scelta:

  • Forza (aumentando i danni inflitti a Boss e nemici),
  • Intelligenza (aumentando la velocità di rigenerazione),
  • Costituzione (diminuisce i danni ricevuti)
  • Percezione (maggiore probabilità di trovare oggetti casuali e il limite di quelli giornalieri, oltre a ulteriori bonus)

Si tratta dunque di una app che ci permette non solo di inserire delle attività da compiere abitualmente o compiti da svolgere, ma potremo anche accedere a un forum e interfacciarci con tutti gli utenti registrati, da incontrare in un luogo tipico dei giochi di ruolo: la Taverna.

habitica-taverna

In questo modo, per chi fosse alla ricerca di un incentivo a provare questa piattaforma, viene unita la componente educativa a quella social e GDR, proponendosi come un interessante ibrido user-oriented che l’utente può esplorare e adattare alle proprie esigenze. Questa applicazione dunque permette da un lato di tenere sotto controllo le nostre attività “reali” grazie a un programma da seguire in modo divertente e stimolante, dall’altra invece possiamo immergerci in un mondo semi-virtuale, una sorta di gioco di ruolo online per imparare anche a cooperare con gli altri, e continuare a guadagnare punti in base alla nostra esperienza.

 

Articolo a cura di Francesca Sirtori.

Smettere di fumare con Kwit

Nel corso della vita, l’uomo tende a cedere ai vizi. Tra i più pericolosi e diffusi vi è il fumo: secondo i dati Doxa del 2017, in Italia il 22,3% della popolazione fuma  regolarmente sigarette.
Kwit, app francese per smartphone e tablet, si propone come soluzione per porre fine alla dipendenza dal fumo, e lo fa basando la sua struttura su principi di Gamification.
L’aspetto più inquietante del fumo è il fatto che le sue conseguenze non sono visibili sul corpo umano, così come non lo sono le positività quando si decide di smettere. Almeno non immediatamente. Partendo da questo presupposto, Kwit punta ad accrescere la forza di volontà dell’utente, il quale viene motivato nel suo percorso attraverso premi e obiettivi sbloccabili. Questi rendono concreti i cambiamenti a cui è soggetto il corpo che si sta liberando dalle tossicità delle sigarette, e non solo.
Tale sistema, semplice ma efficace, riprende quello degli achievements/trofei, caratteristico del mondo videoludico, in quanto entrambi si basano sul gratificare l’utente per la dedizione e la tenacia messa nel raggiungere un traguardo.

kwit gamification per fumatori

Kwit permette una fruizione immediata e semplice: basta inserire le proprie abitudini da fumatore – data e ora, quanto si fuma giornalmente, numero di sigarette contenute nel pacchetto, e il prezzo di quest’ultimo -, registrarsi tramite account social o email, e l’app è pronta a seguire l’utente nel suo lungo percorso, per mezzo di quattro schermate principali.
La prima è il Profilo, in cui è presente l’attuale livello Kwitter (si parte da Inesperto sino ad arrivare a Kwitter Supremo), e delle barre legate a cinque parametri:

  • Salute
  • Benessere
  • Tempo
  • Soldi
  • Sigarette
    kwit_dashboard

Più tempo passa dall’ultima sigaretta, più aumenta il livello Kwitter e il miglioramento dei parametri.
La seconda schermata, raggiungibile attraverso un semplice swipe, porta al Cruscotto, in cui campeggia un timer. In esso sono segnalati i giorni, le ore, i minuti e i secondi trascorsi dalla fine della dipendenza, oltre al numero di soldi risparmiati e di sigarette non fumate. Queste statistiche precise hanno un grande impatto sull’ex fumatore, che può avere una prova tangibile e costante dei guadagni ottenuti sul piano salutare ed economico.
Ciò è ancor più gratificante nella terza sezione, Successi, in cui si possono visualizzare i trofei ottenuti – ovvero le migliorie conquistate – e quelli ancora da sbloccare. Questi ultimi sono oscurati, e diventano visibili solo quando si raggiunge il livello Kwitter richiesto.
Data la difficoltà del percorso e la perseveranza richiesta, l’app punta a mantenere alto il morale dell’utente attraverso statistiche e punteggi. Tuttavia, se questo non bastasse a placare la voglia di una sigaretta, Kwit può venire in soccorso con le carte motivazionali: nei momenti di crisi, basta agitare lo smartphone o premere sull’apposita sezione sita in Profilo per avere piccoli consigli, così da resistere alla tentazione di nicotina e proseguire nella crescita. È presente anche una funzione social, attraverso la quale condividere i successi ottenuti con gli amici.

kwit_livelli

Vi è poi la sezione Volontà, disponibile solo nella versione Premium, al prezzo di 4,89 euro al mese. Tale versione aggiunge tre statistiche (giorni di vita guadagnati, anidride carbonica e la suddetta volontà), 24 nuovi obiettivi, e  120 carte motivazionali. Infine  consente di consultare il Dario per monitorare la volontà e il consumo di sigarette, e di eliminare la pubblicità.
Kwit è gratuita su App Store e Play Market nella sua versione semplice, anche se su iPad è disponibile esclusivamente nella versione HD al prezzo di 2, 29 euro. È necessario essere connessi a internet per il corretto funzionamento dell’app.

carta-android

Come si può evincere da questa breve descrizione, Kwit si fonda appieno sulla Gamification, ovvero sfrutta  il potenziale motivazionale tipico del videogioco, utilizzando elementi di game design come i trofei, i livelli, gli obiettivi sbloccabili, per far sì che le persone vengano coinvolte – soprattutto emotivamente – e siano motivate a raggiungere i loro obiettivi. L’app infatti crea una sorta di empatia con il fruitore, grazie a incoraggiamenti positivi, punteggi che rendono concreti i progressi ottenuti, e gratificazione attraverso trofei significativi.

Articolo a cura di Lorena Rao