Secondo l’ Associazione Meteorologica Mondiale, il 2013 è stato l’anno più inquinato della storia, i gas serra – responsabili principali dei mutamenti climatici in corso – hanno raggiunto i massimi livelli di sempre. A fronte di questa immane sfida per il futuro del genere umano, la conoscenza e consapevolezza del problema è scarsamente instillata in ciascuno di noi. Il sistema tradizionale di trasferimento delle informazioni sta sicuramente fallendo, non riuscendo ad indurre cambiamenti nei comportamenti sbagliati ed in generale nella sensibilizzazione sui vari livelli (studenti, stakeholders e amministratori).ff
Questo spunto di riflessione sarà al centro di un panel unico in Italia ospitato all’interno della 2° edizione della Climate Change Conference. “Caccia al tesoro nella miniera dei dati: innovazione, conoscenza e comunicazione del clima” metterà per la prima volta attorno ad un tavolo game designers, giornalisti, comunicatori, scienziati del clima, responsabili di strutture tv per individuare nuove best practices. Per me sarà un grande onore calcalre l’aula magna dell’Università Ca’ Foscari a Venezia.
Io sono profondamente convinto che i game designers, le figure professionali dietro all’iderazione dei videogiochi, possano e debbano scendere in campo per trasferire il proprio bagaglio tecnico e teorico per salvare il mondo. Da alcuni anni sono nate delle collaborazioni sempre più assidue tra scienziati del clima e game designer per ripensare il modello informativo e per dar vita ad esperienze progettuali in grado di rendere appealing e trasmissibile alle nuove generazioni il messaggio scientifico senza che questo perda la sua autorevolezza.
I videogiochi o strutture game like, e non mi stancherò mai di ripeterlo, sono delle straordinarie Learning Machine che si sposano perfettamente coi nuovi modi di ragionare e comportarsi della generazione nata dopo il 1980.
Learning by doing: L’apprendimento dovrebbe procedere di pari passo con l’esperienza sul campo rendendo contestualizzate le nozioni apprese. La deforestazione in Amazzonia o il buco nell’ozono possono diventare scenari di gioco facilitando il trasferimento di know how. I mondi virtuali catapultano il giocatore in contesti altrimenti irripetibili o percepiti come lontani: pilota di astronavi, presidente dell’ONU o viaggiatore del tempo. Attraverso questo esperienze è possibile apprendere concetti complessi senza perdere la connessione tra idee astratte e problemi reali. L’immersione in contesti grafici e sonori aiuta a fissare i concetti nella memoria a lungo termine e rende più vivida l’esperienza. I giocatori sono ora produttori e non più consumatori, sono loro a co-disegnare l’esperienza attraverso scelte ed azioni. E’ una rivoluzione copernicana rispetto ad altri medium puramente uni-direzionali.
Future Delta incarna bene questo principio. Il videogioco, ancora in fase di prototipizzazione, combina la scienza dei cambliamenti climatici, pianificazione energetica e di cittadinanza e problem solving creativo per permettere agli utenti di apprendere gli impatti potenziali, possibili soluzioni e strategie di mitigazione per ridurre le emissioni di Co2. Il gioco si focalizza su una precisa area geografica americana, riproducendola in 3D. I disastri idro-geologici, basati su modelli previsionali reali, immergono il player di fronte a scelte che hanno reali conseguenze sul proprio habitat. E’ un “learning environment” straordinaria dove la libertà di azione, il protagonismo e la collaborazione con altri studenti e corpo docente creano le premesse per una alfabetizzazione senza precedenti.
Feedback Loop: Uno dei grandi problemi nella comunicazione ambientale è il mancato nesso azione/reazione. Con questo intendo dire che una azione sbagliata, come tenere accesa l’auto quando non servirebbe, non produce una reazione immediatamente visibile. Solo decenni dopo quella Co2 inutilmente emessa arecherà danni visibili. Parimenti un incendio appiccato a delle sostanze plastiche produrrà effetti negativi solo anni dopo incidendo negativamente sulle coltivazioni ivi presenti. La mancanza di un feedback in tempo reale è una lacuna da colmare ed i videogiochi ce lo insegnano bene. Qualsiasi azioni compiuta da un player ottiene immediate risposte dal sistema sotto forma di punteggio, effetti sonori, badge o pop up che ci avvisano dell’errore. Inoltre in mondi simulati è possibile accellerare l’esperienza plasmando a nostro piacimento la curva temporale. Anni di vita reale possono diventare minuti di gioco consentendo di mostrare gli effetti futuri negativi di una nostra azione.
Climate Challenge Game della BBC è un ottimo esempio di come un videogioco possa sintetizzare in una semplice interfaccia una complessità di dati altresì difficile da comunicare. Questa caratteristica, abbinata alla possibilità di gestire un lasso temporale decennale, consente di immergere il giocatore in scelte difficili che avranno reali conseguenze sul gameplay.
Social Pressure: I videogiochi sono il regno della cooperazione e competizione. L’esperienza si rinforza grazie alla presenza di una community che sostiene i comportamenti e le azioni, spesso la community è chiamata collettivamente a partecipare ad una sfida espletabile solo grazie al contributo d’insieme. In molte missioni solo insieme è possibile superare un determinato mostro favorendo l’organizzazione in gruppi e gilde. Altre volte è lo status che ci spinge a progredire grazie a meccaniche come leaderboard, ranking, personalizzazioni.
Reality Drop sfrutta questo paradigma dando vita ad una esperienza di gamification che ha come obiettivo favorire la corretta informazione sul tema dei cambiamenti climatici. Il website carica giornalmente i contenuti più caldi sull’argomento, ripresi da svariati organi di stampa. I visitatori possono commentarli, votarli, condividerli grazie ad un sistema di icone che individua quelli corretti da quelli disinformativi (spesso nati dai centri comunicazione di grandi multinazionali che hanno interesse a confondere le acque) per giungere ai neutrali. E’ possibile guadagnare Reality Drop points in diversi modi:
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Il punteggio accumulato consente al giocatore di ascendere la scala sociale passando da Rookie a Chief attraverso 8 livelli che attestano la posizione raggiunta agli occhi degli altri fruitori del sito.
Introducing Reality Drop from Climate Reality on Vimeo.
Incoraggiare il fallimento: Nei videogiochi è scientemente voluto il continuo fallimento del giocatore. Un fallimento che non produce disastrose conseguenze come nella vita reale, il nostro alter ego morto potrà ricominciare dall’ultimo punto salvato senza provare senso di frustrazione. Fallire significa sperimentare nuove strade per sconfiggere un mostro, errore dopo errore si impara e si acquisiscono nuove skills. Nella vita reale, e tanto nel mondo didattico, non siamo incentivati a rischiare perchè sappiamo quanto negative possono essere le consseguenze.