Gamification nell’industria Utilities: la case history di oPower

Pensiamo a situazioni di vita reale percepite come noiose: la vita scolastica e lavorativa, la raccolta differenziata, il prendersi cura di noi stessi attraverso una corretta alimentazione,  o ancora partecipare ad una raccolta fondi da parte di enti no profit. A queste ed altre situazioni la gamification sta offrendo tecniche e teorie attinte ampiamente da quella straordinaria industria dell’engagement che sono i Videogiochi con in più elementi presi dalla psicologia, scienze comportamentali e neuromarketing.

Uno dei settori mass market su cui più bisognerebbe incidere è sicuramente quello del risparmio energetico tra le mura domestiche. Ammettiamolo, tutti noi non ottimiziamo i nostri consumi dimenticandoci in stand by elettrodomestici, non installando le migliori fonti di luci o dimenticando di manutenere gli impianti.  Tutto questo ha un costo per noi a livello economico, per la collettività a livello ambientale e per le aziende di settore che non possono rendere più efficienti le linee per via di questi sprechi. Può sembrare paradossale ma una azienda come Enel non ha interessa all’esplosione della bolletta energetica, questo comporta la costruzione di nuove centrali, nuove tubature, nuovi accordi con i fornitori con relativi costi ingenti.  Sono già alte le cifre spese ogni anno in campagne di sensibilizzazione dai grandi colossi del settore elettrico, eppure il messaggio fatica a raggiungere l’audience per una serie di ragioni, tra le quali sicuramente la mancanza di engagement ed una visione poco customercentrica.

 

Provando a mischiare le carte in tavola, sempre più corporation stanno facendo propria la disciplina della Gamification per ripensare radicalmente il rapporto con i propri utenti creando esperienze più coinvolgenti, emozionanti, sfidanti, narrativamente intriganti e premianti.

Un nuovissimo report rilasciato a Gennaio 2014 da IDC Energy Insights ,”Business Strategy: The Role of Gamification in Utilities’ Consumer Engagement” afferma che le aziende del ramo utilities spenderanno in tools, apps e servizi di gamification circa 13.5 milioni di dollari nel 2014 con un aumento del budget a 65 milioni nel 2016.  Sempre IDC Energy Insights  si aspetta che dal 2016 il 60% dei rivenditori di energia mondiali utilizzeranno almeno una applicazione gamificata. 

In questo contesto sono nate sin dal 2012 interesanti start up che sfruttano al meglio alcune tecniche tipiche dei videogiochi per informare e rendere più smart l’utente elettrico. Tra di queste sicuramente spicca  oPower, la cui piattaforma è adottata da oltre 90 aziende elettriche mondiali arrivando nelle case di 20 milioni di individui. Registrandosi alla social apps si viene catapultati in un vero e proprio tool di gamification che, partendo dall’analisi dei propri consumi, inizia a stilare classifiche di virtuosità elettrica. In ogni istante è possibile sapere quanto si sta consumando e quanto consumano i propri parenti ed amici scatenando delle gare di risparmio. Il tutto è farcito da frequenti consigli sul risparmio energetico e dall’aggiunta di gruppi all’interno dei quali collaborare per raggiungere obiettivi di risparmio collettivo. Ve lo immaginate un intero condominio che collabora per risparmiare luce sulle parti comuni al fine di ottenere gloria e riconoscimenti?

oPower_leaderboard

Ma andiamo con ordine, il processo di registrazione passa attraverso quattro passi:

– Formulario con domande sulla propria abitazione:  grandezza, tipologia di impianto, presenza di piscina, numero di residenti etc etc.

– Inserimento del proprio operatore energetico ed ecco che “magicamente” i propri dati elettrici diventano di pubblico accesso. Questa infrastruttura tecnologica è stata incentivata dal Governo Americano e prende il nome di Green Button gestito da un organizzazione cross operatore. Così facendo il sistema ha accesso anche allo storico dello bollette dando vita anche ad un comodo sistema di visualizzazione.

– Infine è possibile invitare i propri amici nel gioco, classico ma sempre ottimo strumento per viralizzare l’iniziativa soprattutto in un contesto come questo in cui sfidare un parente può essere win win per ambo le parti.

La pagina iniziale dell'esperienza di social gamification di oPower

La pagina iniziale dell’esperienza di social gamification di oPower

La componente di analytics e Big Data è sicuramente fondamentale nel creare senso di sfida e competizione. Come gli psicologi alla Cialdini hanno dimostrato, l’essere umano è portato ad imitare dei comportamenti. Se gli vien detto che altri consumano meno energia perchè utilizzano taluni accorgimenti egli sarà spinto ad emulare. Una app sociale ha proprio questo straordinario potere, rendere collettiva l’esperienza tirando fuori dalla sua solitudine il consumatore che altrimenti difficilmente prenderebbe in considerazione le istruzioni inviate tramite una brochure. Accanto a questo istinto base, al fine di guidare i comportamenti gli sviluppatori hanno implementato un paio di altre meccaniche interessanti volte ad aumentare l’engagement. In ogni momento è sempre attiva una “Challenge” che il sistema sottopone a tutti gli iscritti all’apps. Solitamente essa ha una durata temporale stabilita e chiede a singoli o gruppi di raggiungere determinati risultati di risparmio energetico promettendo in cambio non solo gloria ma anche premi con voucher per acquisti, ricariche sulla carta di credito o risparmi in bolletta.

Proprio mentre sto scrivendo è in atto una sfide denominata “Hometown Spirit Energy Savings Challenge riservata ai clienti SMECO (azienda elettrica del South Meryland) ” che terminerà fra 10 giorni

Una delle sfide che oPower propone ai suoi utenti con premi in palio!

Una delle sfide che oPower propone ai suoi utenti con premi in palio!

Il risultato di questo tool di gamification? Il consumo di energia tra i suoi utilizzatori è diminuito del 2.5% con oltre 3 miliardi di kwh salvati come mostra il counter in bella mostra sul loro sito. L’azienda è riuscita a creare una situazione vincente per tutti, traendone 10 dollari a customer e divenendo ben presto autosostenibile dopo i finanziamenti ottenuti tra il 2007 ed il 2009.

Lascia un commento