In questi tre mesi di black out di aggiornamenti sul blog è uscita una mia intervista su Mixer-Planet, testata business appartenente a Fiera Milano. Il tema della conversazione è stato estremamente mirato e focalizzato sul mondo delle attività commerciali, oggi sempre più frastornate dalla crescente diffusione di strumenti di marketing e fidelizzazione. Non più e non solo il passaparola dei clienti, cartellonistica e volantinaggio locale ma strumenti sempre più incisivi (e dispersivi) per legare a se il cliente e farne un ambassador.
“La gamification nel mondo dei pubblici esercizi vede attualmente due canali privilegiati di utilizzo. Da una parte il filone della loyalty gamificata, che ha l’intento di fidelizzare e offrire un valore aggiunto alla propria attività. Ad esempio piccoli e medi esercizi d’Oltreoceano hanno infatti aderito a infrastrutture come Punchcard e Belly Card – applicazioni che permettono di guadagnare punti e ottenere ricompense ogni volta che si effettuano acquisti – riducendo al minimo i costi di gestione del loro programma pur beneficiando di tecnologia, funzionalità e statistiche totalmente personalizzabili.
Il secondo filone della gamification in ristorazione è il puro coinvolgimento del cliente. «Un esempio è quello di 4Food, una catena di paninerie biologiche dove l’esperienza è stata letteralmente trasformata in un gioco» racconta Viola. «Sul sito ufficiale è possibile inventare il proprio panino tra centinaia di opzioni, con un’interfaccia in stile videogioco. Alla fine del processo è possibile attribuirgli un nome e da quel momento il creatore riceverà il 4% del prezzo di ciascun panino venduto sotto forma di buoni spendibili nella catena”.