L’attuale sistema di assunzioni ed interviste per il posto di lavoro è ormai obsoleto. Lunghi curriculum che dicono poco o nulla sul candidato, su cosa realmente sia in grado di fare e sulla compatibilità delle skills con quelle richieste dall’azienda. Se a questo aggiungiamo l’enorme differenza tra la Generazione Y (nati dopo il 1980) e la generazione precedente è facile capire come i potenziali talenti spesso scappano di fronte ad un recruiting così vecchia scuola che funge da monito sul futuro lavorativo che li aspetta in quella azienda. Si è più volte sottolineato alcuni tratti distintivi degli under 30, proviamo a coglierne i risvolti:
– Real Time feedback: l’idea di inviare un cv o prender parte ad un colloquio al cui termine non viene fornito alcun riscontro immediato è assolutamente disingaggiante. Al termine di una azione da parte del talento candidato l’azienda dovrebbe saper fornire alcune informazioni utili sulla prova.
– Premiati per la sola partecipazione: Organizzare hackaton di sviluppo o altri eventi di per se gratificanti indipendentemente dall’esito finale. Gadgets, visite al quartier generale, interazione coi progetti potrebbero essere momenti di rewarding appetibili.
– Strumenti digitali: Addio curriculum cartacei da portare al colloquio, questionari ed altri supporti ormai distanti dalla quotidianità degli under 30. Utilizziamo tablet, smartphone, laptop per skype call, prove etc.
Da un paio di anni si stanno facendo larga, nel mondo anglosassone ovviamente, nuove metodologie di selezione basate sulla valutazione delle reali capacità del candidato in modo più oggettivo e meno arbitrario. Ho già dedicato un articolo al tema Gamification del Lavoro.
Tra le novità in questo settore spicca sicuramente la start up Knack.it, fondata nel 2010 da Halfteck con l’idea di porre il gaming al centro. Partiamo da un presupposto, i giochi sono straordinarie “learning machine” che riescono a simulare numerosi ambiti della vita quotidiana immergendo il giocatore in scenari in cui lui è il protagonista. Il comportamento del giocatore può essere analizzato istante per istante grazie alla valanga di dati che un videogame è in grado di fornire, opportunamente interpretati essi forniscono una accurata rappresentazione del potenziale e delle abilità del soggetto.
Il nome della start up prende origine dalle abilità del lavoratore (Knock appunto) dimostrabili attraverso un percorso ludico che, ad oggi, comprende due applicazioni. Wasabi Waiter è un classico simulatore di ristorante sushi dove si indossano i panni di un cameriere impegnato a gestire ordinazioni, consegne al tavolo e suggerire piatti a svariati clienti all’interno di una cornice temporale ben scandita. Raccontata così non è semplice cogliere il nesso innovativo insito in questa esperienza e ancor di più l’utilità in fase di recruiting. Il gioco è stato appositamente disegnato da un gruppo di game designer e scienziati comportamentali al fine di rilevare capacità quali: lucidità di ragionamento in momenti critici, rapidità di scelta ed organizzazione razionale dei task assegnati. Un ambiente sicuramente più coinvolgente ed emozionante rispetto ai classici questionari o domande poste dalla figura HR di turno.
Pur preservando la sua centralità l’HR manager dovrà avvalersi sempre più di strumenti analitici in grado di aiutare il mercato del lavoro incrociando domanda ed offerta in un modo del tutto innovativo e più veritiero rispetto al curriculum vitae. Strumenti come Knock.it, possibile ancor più immersivi e raffinati, consentiranno alle aziende di monitorare nel tempo l’andamento dei candidati all’interno di un terreno a loro più congegnale. I videogiochi riescono ad infrangere barriere ed a mostrare la persona per quello che è senza infingimenti.