Recuperare il 50% dei rifiuti domestici entro il 2020. È l’obiettivo indicato nella direttiva sui rifiuti della Commissione Europea ed a cui anche l’Italia dovrà attenersi seppur con premesse non proprio rosee. Nel nostro paese siamo ancora sul 35% con uno sprint che ci attende nel prossimo quinquennio per raggiungere paesi ambientalmente più avanzati come Germania, Svizzera, Olanda già.
Al bastone della Comunità Europea si affiancano ragioni molto più nobili e di interesse quotidiano. Recuperare materie prime provenienti dagli imballaggi alimentari e scarti domestici deve diventare parte integrante delle nostre vite per una serie di ragioni riassumibili in: salvaguardia dell’ambiente, creazione di nuovi posti di lavoro grazie allo sviluppo di una economia sostenibile di tipo green.
Ormai quasi 4 anni fa, Wolkswagen lanciò un interessante contest mondiale in cui invitava i cittadini ad inviare video di idee volte a migliorare la nostra vita quotidiana attraverso l’utilizzo della componente “Fun” come propulsore di cambiamento. Tra i migliaia di progetti sottoposti, molti ebbero come tema l’incentivazione alla raccolta differenziata. Una idea mi colpì molto sotto il piano di design e di concreto risvolto nelle abitudini comuni “Bottle Bank Arcade”. Un normale contenitore di bottiglie di vetro opportunamente modificato per avvicinare l’esperienza a quella di un cabinato arcade di videogiochi. Una serie di led luminosi collocati sopra le bocche di inserimento si accendono randomicamente indicando al “giocatore” dove appoggiare la bottiglia. In alto un bel segnalatore di punteggio indicare all’utente quanti punti sta accumulando, il tutto condito da suoni ed effetti audio simili ad un videogame. Questi semplici accorgimenti hanno portato il nostro cassonetto speciale ad essere utilizzato 100 volte nell’arco della giornata contro le 2 di uno “tradizionale” ubicato nelle vicinanze.
Da un esperimento alla quotidineità concreta. In molti paesi europei e non sono da anni attivi sistemi di incentivazione alla raccolta differenziata basati sul presupposto che è spesso necessario offrire qualcosa per stimolare comportamenti virtuosi.
A Pechino infatti, per invogliare i cittadini a riciclare, si è pensato di associare la raccolta della plastica alla spesa economica più frequente per chi vive in città: il biglietto della metropolitana.
Lungo una linea della metropolitana sono state installate quattro macchine di “reserve vending” per la raccolta dei recipienti in plastica. Per ogni bottiglia l’utente riceverà sulla propria travel card, dai 0,50 ai 0,15 dollari (ovvero dai 5 fen a 1 mao): in questo modo con 15 bottiglie si potrà usufruire liberamente del servizio di metropolitana per tutte le 8 linee e le 105 fermate che servono l’intera città. Una volta accumulata nelle macchine, la plastica da riciclare viene inviata direttamente a un impianto di riciclaggio.
Venendo al Nord Europa è ormai prassi comune nei negozi addebitare un deposito cauzionale ai clienti che acquistano bottiglie di ogni tipologia. Dopo averle consumate è possibile recarsi nel supermercato stesso presso una apposita macchinetta dove inserire i vuoti ottenendo indietro il deposito. Il video sottostante mostra chiaramente il funzionamento ed il valore conferito a ciascuno dei diversi contenitori.
Ma veniamo al nostro amato Bel Paese, come si sta cercando di incentivare in modo innovativo la raccolta differenziata?
L’azienda italiana Eurven, attraverso il marchio Garby, ha creato una filiera basata sull’idea di corrispondere dei buoni sconto a tutti coloro che inseriscono in un apposito eco-compatttore vetro, plastica, carta o alluminio. L’aspetto è quello di un normale distributore di bibite e snack ma, invece di servire bottiglie e lattine nuove, Garby raccoglie quelle da buttare e le compatta. Nel caso del comune di Garlasco (Torino) per ogni pezzo consegnato i cittadini riceveranno uno scontrino, o meglio un eco-bonus, del valore di tre centesimi che potranno spendere all’interno del supermercato per un importo non superiore al 10 per cento della spesa nei reparti surgelati, gastronomia e ortofrutta. Gli eco-bonus offrono sconti anche sull’acquisto per i biglietti degli spettacoli della compagnia teatrale dell’Associazione Bear Entertaiment.
Al momento sono numerose le città in Italia che hanno aderito a questo sistema di raccolta della plastica e dell’alluminio che è in grado di ridurre dell’80 per cento il volume degli imballaggi. L’eco-compatttore riduce da 5 a 20 volte le dimensioni dei materiali creando una poltiglia unica già pronta per essere trasportata in un luogo di riserva dal quale poi giungere in appositi impianti di riciclaggio. Il cittadino trova un vantaggio immediato nell’adozione di un comportamento eco-friendly ovvero buoni sconto immediatamente spendibili in attività commerciali e non locali. I piccoli e medi esercenti possono farsi una immagine ambientale positiva ed attirare nuovi clienti decidendo di supportare l’inizativa sia accettando i coupon sia inserendo sponsorizzazioni sui ticket o sui compattatori. I comuni possono inserirsi nella filiera concedendo il permesso a piazzare su suolo pubblico questi macchinari (altrimenti parcheggiabili in aree private come centri commerciali, hotel, ristoranti) migliorando così le proprie metriche di raccolta differenziata senza doversi sobbarcare oneri.
Il problema in Italia è ancora la bassa resa di ogni conferimento, in molti casi ogni lattina o plastica vale 1-2 centesimi indipendentemente dalla loro natura e grandezza con eccezioni che spingono fino a 15centesimi (Misano Adriatica, Ferrara).
Siamo sulla buona strada sicuramente. L’introduzione di un feedback immediato rappresenta un valore aggiunto per guidare i comportamenti della massa, sapere che ad una buona azione corrisponde immediatamente e concretamente un valore numerico spingerà sempre più l’utilizzo di questi sistemi di raccolta facendo sembrare obsolete inizative di alcune municipalizzate che promettono sconti sulla Tares annuale. Ognuno di noi ha bisogno di comprendere instantaneamente il valore dell’azione conferita (ad eccezione del cluster degli eco-friendly che lo farebbero a prescindere) e non sono incentivati dalla promessa di futuri premi raggiungibili dopo 12 mesi.
Oltre a buoni spendibili presso privati sarebbe auspicabile che anche l’apparato pubblico si mettesse in gioco offrendo la possibilità di scontistica su biglietti autobus, musei, prestazioni scolastiche e sanitarie così da rendere globale l’esperienza. Sugli aspetti di pura gamification, ancora molto da fare hanno aziende come Garby per incentivare e viralizzare l’iniziativa attingendo ad una serie di meccaniche gaming di sicuro impatto. Incentivare la competizione tra gli utenti stilando classifiche, visibili a tutti, dei cittadini più virtuosi della giornata o del mese. Basterebbe una leaderboard posta sopra al compattatore coi punteggi totalizzati e relativi nomi così come avviene in molti videogiochi. Questo aspetto di status potrebbe essere rinforzato con annunci nel centro commerciale ospitante, ogni xx ore si ricorda che il “SIGNOR ROSSI E’ IL MIGLIOR RICICLATORE DELLA GIORNATA, A LUI I NOSTRI COMPLIMENTI”.
O ancora far leva sulla cooperazione. Perchè non organizzare mensilmente delle vere e proprie sfide ad esempio tra le scuole della città. Ogni classe vedrà sommati i propri rifiuti chiedendo quindi l’apporto di tanti alunni che potranno e dovranno cooperare per raggiungere i miglior risultati sotto l’egida della maestra/professoressa che inquadrerà questa esperienza nell’ambito di una pià amplia sensibilizzazione all’educazione civica. I soldi guadagnati da questo risparmio collettivo potrebbero essere rinvestiti in materiali didattici, ingressi ai musei o gite scolastiche.
Questi ed altri argomenti li affronterò il prossimo Marzo nell’ambito del Green Tech Festival di Pisa con uno speech dal titolo “”Ripensare città e cittadinanza con la Gamification”.