La giovane età del vocabolo Gamification rende la standardizzazione concettuale complessa. Solo nel 2011 tutti hanno iniziato a concordare sulla definizione, ormai presente anche su Wikipedia, ma molti restano i campi di discussione aperti. Un fervido dibattito, sostenuto da veri e propri pasdaran, si è acceso attorno all’ampio discorso delle M0tivazioni Intrinseche ed Estrinseche.
Condivido che il tema sembri pura accademia, una sfera legata al mondo della behavioral psychology or economics in cui si studia il comportamento umano per capire il perchè di certe scelte psicologiche ed economiche. Invece la questione non è di poco conto in quanto il paradigma della Gamification si regge, per l’appunto, sulla capacità che le game mechanics e dynamics hanno di influenzare un nostro comportamento spostandoci da un Punto A verso un Punto B, quest’ultimo quasi sempre coincidente con gli interessi del brand owner o gestore del servizio.
Senza addentrarmi troppo in un campo quantomai vasto e in cui è facile cadere in errore, ripropongo l‘immagine meglio esplicativa del paradigma delle 4 Motivazioni. In prima istanza è possibile individuare Motivazioni Intrinseche ed Estrinseche, in secondo luogo Positive o Negative.
Motivazioni Intrinseche: Io medesimo voglio raggiungere un obiettivo trovando in me stesso le motivazioni (positivo) o evitare di fare qualcosa (negativo).
Motivazioni Estrinseche: Qualcun’altro individua un obiettivo che dovrò raggiungere premiandomi per il suo conseguimento (positivo) o punendo se non lo porterò a termine (negativo)
Forniti gli strumenti asettici di lavoro, è bene sapere che dovunque sul web o social network è possibile leggere di due visioni del mondo distinte e contrastanti. Da una parte abbiamo una fazione, spesso incarnata da game/ux designer, che associa la Gamification esclusivamente alle motivazioni intrinseche. Un prodotto è gamificato solo se soddisfa alcuni stati d’animo, 16 secondo il professore Steven Reiss che vi riporto in inglese:
|
|
I sostenitori delle Motivazioni Intrinseche quindi aborrano la possibilità che punti, livelli, bonus, badge -svincolati da un senso più ampio, possano essere parte del trend Gamification. Una ignoranza antropologica da parte di parvenu non avvezzi a questo epic meaning che il designer è in grado di ingenerare nell’individuo. Mi scuso per l’eccessiva semplificazione, ma in un blog con lettori non sempre addentro ai temi a volte è fondamentale “banalizzare”.
Dall’altra parte vi sono una serie di “Evangelist” che hanno sposato le motivazioni Estrinseche per alterare il behavior umano. Piattaforme come Badgeville, Big Door Media, Bunchball e le numerose altre nate o nasciture offrono la possibilità immediata di aggiungere un livello di game mechanics a qualsiasi prodotto web/mobile.
Nel Seminario che terrò domani al Centro Nazionale Ricerche (CNR) affronto il tema con la slide di cui sopra dal titolo “Uovo Oggi o Gallina Domani? Magari entrambi!”
Personalmente, e ribadisco personalmente, ritengo che la Gamification sia una tecnica agnostica, un tool che ha il preciso compito di rispondere a degli obiettivi che poniamo a monte per il nostro progetto. Alcune premesse sono purtroppo necessarie:
- E’ innegabile che le motivazioni estrinseche siano le più facili da implementare con risultati spesso visibili nel brevissimo termine. Da qui il fenomeno di piattaforme white label a cui chiunque può agganciarsi mediante API e Widget.
- E’ altrettanto innegabile che le motivazioni intrinseche sono una componente fondamentale soprattutto per il raggiungimento di obiettivi di medio-lungo termine. Laddove i premi/badge/level up finiscono per diventare ripetiti, il desiderio di amare o socializzare è senza fine.
- Un prodotto già presente sul mercato difficilmente potrà prestarsi a un ridesign totale per sposare la gamification intrinseca.
- Un prodotto in fase di progettazione farebbe bene a far leva su istanze intrinseche ed estrinseche
Ciò detto, non ho problemi a immaginare questo nuovo trend perfettamente al centro tra l’Uovo e la Gallina. Può pescare dai due set di nozioni senza essere vituperato dalle due fazioni. Ripeto, quello che conta in una tecnologia è il beneficio che essa porta alla nostra mission.
Trackbacks/Pingbacks