Il tema del gaming e della gamification al mondo ambientale è tra quelli che attirano di più le mie fantasie. L’analisi di partenza è semplice: molti di noi vedono la salvaguardia ambientale come qualcosa di lontano perchè manca una corrispondenza tra azioni errata (buttare una carta in terra, lasciare accese le luci, far scorrere l’acqua inopportunamente…) e conseguenza sul pianeta in cui viviamo. Le conseguenze nefaste non le subiamo in prima persona ma saranno i nostri figli, nipoti e pronipoti a doversi confrontare con mutazioni climatiche piuttosto che scarsità di beni naturali.
Dal canto loro i videogiochi sono uno straordinario tool educativo anche grazie alla capacità di veicolare feedback in tempo reale. Di fronte ad un nemico la barra di energia diminuirà istantaneamente se colpiti o in caso di vittoria appariranno a schermo bonus e incoraggiamenti.
L’ultima case history che mi sono ritrovato ad analizzare, anche in relazione ad un bando pubblico italiano, è Trash Tycoon un social game sviluppato da Guerrillapps in collaborazione con TerraCycle. Il gioco nasce con un obiettivo ben preciso, incoraggiare il fenomeno dell’upcycling ovvero la trasformazione dei rifiuti in oggetti nuovamente funzionali in un contesto giocoso in cui stimolare un cambiamento comportamentale positivo.
Il prodotto non si discosta molto dalla tradizione dei manageriali in stile Farmville. Il nostro alter ego virtuale si troverà in un contesto semi-urbano impegnato in attività di edificazione e gestione fattorie ecologiche, pulizia del terreno dalla rumenta, smaltimento dei rifiuti mediante acquisto di macchinari ad hoc via via più potenti e così via. Avanzando nel gioco si guadagnano punti esperienza che consentono l’avanzamento di livello ma anche coins virtuali spendibili nel gioco al pari dei Facebook Credits che, invece, necessitano di un esborso di moneta reale.
Oltre alla funzione educativa in chiave Fun, il gioco propone una interazione con i chioschi fisici di TerraCycle sparsi nelle città americane. Ogni qual volta vi si reca per smaltire i propri rifiuti si riscattano delle monete virtuali spendibili nel gioco. Questa operazione ricorda quella, puramente marketing, avvenuta nel recente passato su Farmville in partnership con la catena Green Farm. Acquistando nei negozi i prodotti ortofrutticoli del marchio americano era possibile riscattare dei FarmCash spendibili nel simulatore di vita agreste made in Zynga. La dinamica è la stessa, qui si prefigge sia di premiare coloro che si recano nelle stazioni ecologiche sia istruirli ulteriormente in un contesto online.
Il vantaggio di Trash Tycoon rispetto a tanti giochi “green” nati esclusivamente su commissione è proprio nella sua natura ambivalente. Da una parte un business model di tipo pubblicitario dove TerrCycle ha garantito un forte supporto economico alla nascita del progetto, dall’altra rimane un titolo commerciale col classico free to play di Facebook. Il risultato finale è un prodotto che nulla ha da invidiare alle meccaniche e dinamiche utilizzate dai developers di titoli AAA e soprattutto un aggiornamento continuo dei contenuti, problema tipico degli advergames che dopo il big splash iniziale vengono lasciati morire.