The Town of Light: La Malattia mentale entra nei videogiochi

Dopo aver speso moltissimi anni nell’industria dei videogiochi lavorando su titoli che hanno venduto milioni e milioni di copie nel mondo (Fifa, The Sims, Tetris, Monopoly…), ho dedicato l’ultimo triennio della mia vita alla concettualizzazione e sviluppo di progetti in cui la componente gaming divenisse propulsore di cambiamento positivo e creatore di valore aggiunto all’interno delle aziende ed enti pubblici. In quest’ultimo solco ho ideato o progettato soluzioni innovative come TuoMuseo per il patrimonio culturale e IoLeggoPerchè per avvicinare alla lettura gli italiani, e molto del lavoro pratico e teorico sviluppato lo potete ritrovare su questo blog, nelle decine di presentazioni disponibili su Slideshare o ancora nelle lezioni che tengo in Università ed aziende.

Eppure credo che il potere del gaming, come “emotional and learning engine” sia stato solo raschiato ad oggi ed una contaminazione sempre più virtuosa tra realtà e ludico ci attenda nei prossimi anni. Per questo sono particolarmente contento di introdurvi l’ultimo progetto al quale sto lavorando, attraverso la mia nuova etichetta di game consulting Game Venture, insieme al team fiorentinoa LKA.it, The Town of Light. Si tratta di un vero e proprio video-gioco che vedrà la luce entro fine anno su piattaforma PC, Mac, Linux ed Oculus Rift.  Il gioco ha già attirato la stampa con articoli su Repubblica e Sole 24 Ore ricevendo anche gratificazioni significative come il premio internazionale alla Game Connection come “Best in Story & Storytelling”.

La particolarità di questa produzione, che ha richiesto quasi 2 anni di lavoro, risiede nel tema e ambientazione prescelta.  L’azione di gioco si svolge a Volterra e più precisamente nell’ex ospedale psichiatrico portando per la prima volta in un videogioco il tema della malattia mentale. Attraverso un lungo lavoro storiografico, bibliografico e sopralluoghi sul posto questo gioco psicologico narrativo 3D in prima persona ricostruisce fedelmente storie e fatti accaduti negli anni 30-40 del secolo scorso (prima dell’introduzione degli psico-farmaci) quando il nosocomio di Volterra divenne uno dei più grandi ed inquietanti d’Europa. Oltre 5000 malati contemporaneamente ricoverati nei tanti padiglioni suddivisi in base alla malattia mentale diagnosticata, un posto divenuto tristemente noto come “Il Posto del non Ritorno” poichè i malati in ingresso non avrebbero mai più fatto ritorno a casa.

The Town of Light

The Town of Light è un videogioco italiano sulla malattia mentale

 

Lo scopo del gioco non è quello di attaccare la psichiatria e la sua storia, ma semplicemente quello di far scoprire, a chi non la conosce,  la terribile realtà dell’istituzione manicomiale in quegli anni. Cercheremo di vedere sempre le cose da due punti di vista:

– Da una parte quello del ricoverato che subiva la perdita dei propri diritti civili, veniva sottoposto a terapie violente da shock a cui non poteva sottrarsi, e viveva la terribile sofferenza della malattia mentale.

– Dall’altra quello di chi lavorava in questi ospedali in condizioni difficilissime, in numero non sufficiente, spesso con una preparazione inadeguata e frustrato dall’inpotenza di fronte al vero mostro: la malattia mentale.

Il ricovero nel manicomio in Italia, come in moltissimi altri paesi, comportava la completa perdita dei propri diritti, non si poteva più decidere per se stessi.

Il ricovero avveniva in modo coatto, Il malato non poteva possedere più nulla, le terapie più pericolose venivano applicate senza bisogno del suo consenso, spesso le lettere che i pazienti scrivevano alle famiglie e viceversa non venivano recapitate. Il paziente dipendeva in tutto dalle decisioni dello medico che lo seguiva: il diritto a ricevere la visita dei propri familiari, le terapie, o l’eventuale fine del ricovero, le terapie, tutto avveniva ad insindacabile giudizio dello psichiatra.

I manicomi, soprattutto negli anni in cui la nostra storia è ambientata, erano sovraffollati e carenti di personale e questa situazione portava con sé condizioni igenico sanitarie inimmaginabili; gli psicofarmaci moderni con la loro capacità di “tranquillizzare” i più agitati non esistevano ancora, i reparti erano delle vere malebolge dantesche e questo costringeva spesso il personale ad adottare misure di contenzione e terapia estreme che oggi verrebbero definite senza dubbio “torture”: pazienti legati al letto per mesi, docce gelate, lobotomie, soffocamento.

L’Italia è uno dei pochi paesi ad aver chiuso definitivamente i manicomi nel 1978 con la legge 180, nota come “legge Basaglia” sostituendo, con fortuna alterna, queste strutture di contenzione con una rete di piccoli centri e di reparti all’interno dei comuni ospedali; solo gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari ancora esistono e le condizioni di vita al loro interno sono drammaticamente simili ai peggiori esempi dei vecchi manicomi, tanto che nel 2012 una commissione di indagine del Senato Italiano ha sollevato uno scandalo e decretato la chiusura di questi ultimi, operazione la cui realizzazione pratica sta incontrando difficoltà e che ancora di fatto non è avvenuta.

Sono convinto che molti problemi sociali  e preconcetti collegati alla malattia mentale sono collegati alla insufficiente comprensione del problema, non tanto da un punto di vista medico/psicologico quanto esperienziale. L’ignoranza sul tema porta a vite scollegate tra persone portatrici di malattie mentali ed i “normali”. In questo giochi come The Town of Light possono essere fenomenali strumenti di inclusione sociale consentendo a milioni di persone di vivere in prima persona problematiche che difficilmente si incontreranno nella vita reale. Il giocatore si allinea alle regole del gioco, compie scelte difficili, si immedesima visivamente e viene esposto ad informazioni sul problema mentale che tenderanno a rimanere fissate nella memoria a lungo termine.  Questa è una profonda differenza rispetto al tipo di esperienza fornita da altri media, cinema e letteratura consentono di essere testimoni di storie e scelte compiute da altri.

Per poter seguire il gioco, vi rimando alla Pagina Facebook e Twitter.

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