Il tema della sicurezza sul posto di lavoro è dirimente in Italia come nel resto del mondo. Molti incidenti, piccoli e gravi, accadono spesso per la mancata osservanza dei protocolli di sicurezza, quegli stessi su cui le aziende annualmente investono centinaia di migliaia o milioni di euro attraverso le classiche giornate di formazione frontale obbligatoria in aula. Questi momenti, oltre ad essere costosi per le società (costo logistico, docenza, mancata produttività della giornata persa) solitamente si rivelano poco formativi per gli stessi dipendenti che si trovano esposti una volta l’anno di fronte a concetti spesso astratti e complessi.
Non è un caso se il tema del “compliance” sia uno dei più aggredibili e migliorabili in ambito HR attraverso l’introduzione di nuovi tools digitali arricchiti da componente di gamification. Soluzioni come True Office o la piattaforma di Axofony utilizzata da Pep Boys mostrano quanto sia possibile innovare portando un concreto ritorno sull’investimento.
A partire dal 2012 WalMart, una delle più grandi catene di negozi negli Stati Uniti, ha introdotto meccaniche di gamification per migliorare le procedure di sicurezza e adesione ai protocolli lavorativi. Il programma pilota è partito in 8 centri logistici coinvolgendo un totale di 5000 lavoratori. Nei primi 6 mesi il numero di incidenti nella catena è diminuito del 54% con una conseguente mitigazione delle spese legate agli infortuni ed un netto miglioramento del morale dei dipendenti. L’esito favorevole della sperimentazione ha convinto il management ad estendere il programma ad oltre 75.000 dipendenti sparsi in oltre 150 centri logistici. Il prossimo step sarà quello di allargarsi agli altri 6000 guidatori che quotidianamente traspartono le merci in giro per gli States.
Ma vediamo un po’ più nel dettaglio in cosa consiste la soluzione adottata. In ciascun centro logistico sono state predisposte delle postazioni PC, spesso vicine a luoghi dove il lavoratore si trova a sostare, dove il dipendente può giornalmente rinforzare la propria conoscenza con brevi sessioni da massimo 3 minuti. Due domande a scelta multipla intervallate da un semplice mini-game è il menu di apprendimento giornaliero. I mini-giochi nello specifico sono:
• Curvy Loop, unire due punti con la linea più lunga possibile
• Quiz Show, cruciverba da risolvere con l’aiuto di immagini che fungono da indizi
• Simon Says, un classico memory game
A livello di gamification design, oltre ad i quiz e mini-games, è stata implementata anche una classifica che consente ai lavoratori di verificare il proprio andamento in relazione ai propri colleghi. Non manca, ovviamente, una componente di feedback in real time che fornisce risposte in tempo reale sulla propria preparazione. Un sistema di analitiche consente al manager di ciascun magazzino di verificare in tempo reale l’andamento dei dipendenti e organizzare azioni specifiche a fronte di carenze particolari su determinati protocolli. Questa funzionalità è particolarmente utile in tutte quelle aziende che hanno un elevato turn over e di conseguenza un disallineamento tra la forza lavoro.
A livello pedagogico, un programma pur semplice come questo si riallaccia direttamente ad alcuni principi cognitivi:
Rendere l’apprendimento fun: l’utilizzo della gamification consente di veicolare in modo sempre nuovo e divertente concetti dannatamente seri. Questo è appealing non solo per la Generazione dei millenials, spingendo persone di ogni sesso ed età ad apprendere in un contesto che non sembra quello noioso “didattico”.
Esperienza personalizzata: Nessuna persona è uguale all’altra nell’apprendimento e nella vita. Il sistema rileva lo stato di competenza di ciascun lavoratore proponendo una sfida adeguata e personalizzata.
Rinforzi continui: Per entrare nella memoria a lungo termine un concetto necessita di essere appreso, richiamato alla mente, rintrodotto nuovamente e ri richiamato. Così facendo si abbassano notevolmente le possibilità di dimenticanza.
Spacing: Far tornare nella formazione ad intervalli di tempo regolari le informazioni aiuta la “retention”. Questi intervalli devono diventare progressivamente più lunghi così da sfidare il cervello in modo progressivo a ricordare.
Il ritorno sull’investimento è stato forte per Walmart. Metriche come “Tempo perso” son state ridotte di oltre il 50% negli ultimi 3 anni e il tasso di incidenti e DART (giorni di malattia, licenze orarie e trsferimenti lavoratori) sono ora più bassi che nella media nazionale di settore.